Pattini: «Non siamo yesmen del sindaco»
Il Patt diserta la riunione di maggioranza: «Il confronto doveva farlo prima». Ducati (Cantiere): «Scelte subite, non ci sarò»
TRENTO. «È un segnale che vogliamo dare al sindaco Andreatta. La riunione di maggioranza doveva convocarla prima del rimpasto, non dopo. Per questo noi quattro del Patt non ci saremo». Riassumendo: l’ingresso dei nuovi assessori, Corrado Bungaro e Alberto Salizzoni di Futura (ex Insieme Trento e ex Pd) ha allargato la maggioranza di Andreatta in consiglio, ma ha creato malcontento in tutti gli altri partiti della maggioranza. Come scritto sul Trentino di ieri, in occasione della riunione dei capigruppo è stata fissata la data dell’atteso confronto di coalizione, che si terrà sabato 17 novembre.
Pattini, che dopo il rimpasto si era dimesso dalla carica di capogruppo e non aveva preso parte alla riunione dei capigruppo, oggi rincara la dose.
Lei ha annunciato che non parteciperà nemmeno alla riunione di maggioranza. Perché?
Non parteciperò alla riunione fissata sabato, ma non parteciperanno nemmeno i miei colleghi del Patt, né i due assessori Roberto Stanchina e Tiziano Uez, né il consigliere delegato Dario Maestranzi. È una decisione presa di comune accordo.
Ma non era l’occasione per un confronto sui temi da affrontare da qui alla fine della consiliatura per ottenere qualche risultato?
È una questione di dignità politica: la riunione di maggioranza il sindaco avrebbe dovuto farla prima di decidere il rimpasto, mentre ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto. Le sue decisioni le abbiamo lette dai giornali.
Eppure il sindaco Andreatta ha dichiarato che prima del rimpasto ha avuto ben 40 o 50 incontri?
Questo non lo so, io non l’abbiamo incontrato, il Pd ha riferito che non si è confrontato nemmeno con loro. Vorrà dire che li incontri li ha fatti con quelli di Futura. E comunque, se voleva proporre alcune priorità del programma su cui lavorare, avrebbe dovuto spiegarle nel momento in cui ha presentato la nuova giunta. La coalizione deve essere messa al corrente delle scelte, non siamo degli yesmen.
I vostri due assessori, Stanchina e Uez , però avevano criticato le scelte del sindaco, ma avevano anche detto che ora si doveva portare a casa qualche risultato.
Parlo a nome di tutto il gruppo e l’analisi sul rimpasto è condivisa da tutti: la giunta si è sbilanciata sinistra, anche se il risultato elettorale delle provinciali registra un semplice travaso di voti dal Pd a Futura. I Dem nel 2015 avevano il 29,6 per cento, hanno ottenuto con Futura il 32 per cento, che sono gli stessi se si considera che i Verdi avevano ottenuto il 2,9 per cento. La conseguenza è che tutti gli assessorati più importanti sono del Pd e di Futura, mentre i nostri assessori, alle politiche economiche e allo sport sono senza portafoglio.
Quindi, come vi comporterete in futuro?
Posso parlare a nome mio e l’ho già detto: io voterò in base alle delibere proposte, senza seguire orini di scuderia, perché il sindaco per primo non mi ha mai consultato.
I quattro rappresentanti del Patt non saranno gli unici a disertare la riunione di sabato. Anche il capogruppo dimissionario del Cantiere, Massimo Ducati, annuncia che non ci sarà. «Mi sono dimesso da capogruppo - afferma Ducati - come ho già dichiarato, perché non condivido il nuovo equilibrio nella giunta, annullando la rappresentanza di noi, cinque consiglieri eletti nel Cantiere, rimasti con il solo Panetta presidente del consiglio. Penso che si debba fare un ragionamento politico e noi siamo amministratori, in rappresentanza di persone che ci hanno eletto. Non è questione di personalismi: il primo nostro pensiero deve essere fare il bene della città».
Rischiare di andare a elezioni anticipate e consegnare la città alla Lega è fare il bene della città?
Io non salgo sulle barricate e non lo faccio con spirito polemico: però se il sindaco ha la facoltà di fare delle scelte e io devo subirle, penso però che non si possa utilizzare le deleghe per assicurarsi la maggioranza.