Ortopedia, boom di interventi

Il reparto in sofferenza per l'aumento di traumatizzati e l'organico all'osso


Sandra Mattei


TRENTO. Il primario Ettore Demattè ci spiega il carico di lavoro al reparto di ortopedia del S. Chiara. Ma rimanendo lì un'ora lo si capisce da soli: l'elicottero atterra sulla piastra tre volte. Tutti politraumatizzati, spesso turisti, che si aggiungono a chi ha interventi programmati.

«Quando siamo in piena stagione turistica - ammette il primario - il lavoro aumenta, inevitabilmente. I ricoveri sono ciclici: in inverno ci sono gli sciatori che si infortunano, poi con la bella stagione, iniziano gli incidenti in moto e quelli in montagna. Non solo, anche gli anziani, che per la maggior parte non vanno in vacanza, sono soggetti alle cadute con la conseguente frattura del femore. C'è da aggiungere inoltre che, così come sono organizzati al 118, se ci sono infortunati sia sulle strade che in montagna, arrivano tutti a Trento, perché vengono soccorsi con l'elicottero».

Dei 2100, 2200 interventi l'anno, più altri 800 che vengono svolti in day hospital a Borgo Valsugana, spiega il dottor Demattè, il 70% sono rappresentati da traumi, non programmabili.  Ma Demattè non si scoraggia. Un netto miglioramento dell'organizzazione del reparto c'è stato da quando è avvenuto il trasferimento da Villa Igea al Santa Chiara. «Ora abbiamo la possibilità - spiega - di far fronte a tutti gli accertamenti che necessitano i politraumatizzati. Al Santa Chiara disponiamo dalla rianimazione alla cardiochirurgia, dalla chirurgia vascolare al maxillo facciale, perché quando arrivano pazienti vittime di gravi incidenti, hanno bisogno di essere stabilizzati, prima di essere sottoposti ad interventi per le fratture».

Però all'aumento degli incidenti, quando in estate la popolazione in Trentino raddoppia, si aggiunge anche il problema delle ferie per i medici. Il reparto di ortopedia e traumatologia, che conta 18 medici (il dottor Fabrizio Aielli è morto dopo lunga malattia in gennaio), d'estate è in perenne sofferenza. «Purtroppo abbiamo perso il collega Aielli all'inizio dell'anno - precisa Demattè - ed ora è terminato l'iter del concorso per sostituirlo. Un altro collega è gravemente malato, mentre abbiamo due colleghe delle quattro in organico in congedo parentale, perché che con la carenza di servizi e la chiusura degli asili, sono costrette a prendersi cura dei figli. Insomma, siamo sempre con un organico ridotto all'osso».

Chiediamo al primario Demattè se è vero, come ha denunciato il consigliere Nerio Giovanazzi in una recente interrogazione, che in questi giorni sia stato rifiutato qualche ricovero. «Se abbiamo tante emergenze - risponde Demattè - alcuni interventi programmati slittano per forza».













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