«Nel nord della Norvegia per fare la guida artica»

Alessandro Belleli, 30 anni di Cles, da 3 settimane è a Tromso con la moglie brasiliana per seguire un master. E per guadagnare «guarda» ai turisti estremi


di Paolo Piffer


TRENTO. E’ arrivato sull’isola delle balene con la moglie brasiliana da circa tre settimane. Profondo nord norvegese, Comune di Tromso. Dove, in questi mesi estivi, non fa mai buio, il sole splende a mezzanotte e le temperature sono molto più accettabili rispetto ai nostri caldi «africani», minima 7-8 gradi, massima 28. Una pacchia per un antropologo alla scoperta della natura estrema e della gente che la abita. Alessandro Belleli, 30 anni, di Cles ha buone prospettive di diventare guida artica e fotografo per turisti. «Eh sì - attacca - Ho già parlato con i responsabili dell’azienda turistica del posto. E, incrociando le dita, sembra proprio che ce la possa fare. Sono interessati. D’altronde, nei mesi scorsi ero a Copenaghen, in Danimarca, dove ho fatto proprio la guida, per quanto in città. Una certa esperienza ce l’ho. Dovrò seguire un corso specifico e mi auguro di iniziare al più presto a lavorare perché qui la vita è carissima». Certo che finire fin lassù per fare la guida. Deve esserci una passionaccia per quei posti. «Non solo - sottolinea Belleli, una laurea in antropologia all’università di Genova e studi sul popolo groenlandese - Quello che voglio fare veramente è il fotografo e il documentarista. Specializzandomi, vista la mia laurea, in docufilm sulla cultura dei popoli e i loro usi e costumi. Bene, qui all’università di Tromso c’è uno dei pochi master in Europa dove ti insegnano proprio questo con lezioni teoriche e pratiche. E’ un master molto curato, tra i migliori, bello lungo, circa due anni. Ho fatto domanda per partecipare alla selezione e sono stato preso. Non è che si paghi tanto il corso, son pochi soldi all’anno, ma per vivere qui bisogna trovarsi un lavoro, è necessario mantenersi e pensare di fare la guida artica mi è sembrata una buona idea. Potrò mettere a disposizione le mie conoscenze scientifiche e, nello stesso tempo, perseguire il mio obiettivo. Tra l’altro, quando sarà il tempo, spero di avere anche l’opportunità di andare “a caccia” di aurore boreali. Inoltre mi interessa parecchio scoprire questa natura che è veramente incredibile in una situazione dove in estate, per un paio di mesi, c’è sempre luce e d’inverno fa perennemente buio, o quasi. Una situazione molto particolare che ovviamente incide sulla vita della popolazione e sulle varie attività». Il primo impatto com’è stato? «Ho avuto subito una buona impressione sia dei posti che della gente - sostiene Alessandro - Molto meglio di quanto pensassi. Anche il clima non è male, pensavo facesse più freddo. E’ anche vero che sono sempre stato attratto dai Paesi nordici e che siamo in estate. Staremo a vedere in inverno. Comunque, le opportunità per trovare un lavoro e poter quindi seguire senza problemi gli studi ci sono». Ha già idea sui documentari che vorrà girare? «Certo, un paio di idee le sto già elaborando. La prima potrebbe portare alla realizzazione di un lavoro sui cambiamenti climatici in Groenlandia. Ma l’altra riguarda il Brasile, mia moglie è di lì e ci sono stato alcuni mesi raccogliendo materiale sui giovani artisti di San Paolo. Ma mi sa, che, almeno per il momento, il primo spunto è quello che mi attira di più. Vediamo come vanno gli studi e che suggestioni mi suggeriranno». In attesa dell’inverno e magari di ritornare in Trentino. «Staremo qui circa due anni. Ma non penso tutti di filato. Tra l’altro mia moglie la neve non l’ha mai vista e per lei sarà una sorpresa. Comunque, con tutta probabilità, quando qui sarà inverno inoltrato, per un mesetto si tornerà in Trentino. A “scaldarmi” tra le montagne. In questo caso è proprio il caso di dirlo».

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