WELFARE

Nasce in Trentinol'agenzia delle badanti

Iniziativa della Uil per la famiglia sfida le cooperative


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Sbarca in città l’“Agenzia per la famiglia e per la casa”. Si tratta di un’associazione senza fini di lucro pronta ad occuparsi del rapporto tra l’esercito delle badanti (ormai vicine a 10 mila) e le famiglie trentine. Un’iniziativa coltivata da mesi in ambienti vicini alla Uil e che si confronterà, volenti o meno, con un soggetto simile ispirato dalla Cooperazione, “Promo Care”.
 Così, a botta calda, verrebbe da pensare ad una sorta di “guerra per le badanti”, fenomeno quello dell’assistenza famigliare privata in crescita e di ardua gestione anche nel civilissimo Trentino.
 Ma nei fatti è cosa diversa, complementare più che alternativa all’esistente: si tratta di un servizio che non prevede all’inizio fini di lucro, e che si occuperà di donne immigrate e di aiuto agli anziani e alle famiglie. Per poi allargarsi, è già nelle previsioni, ad ulteriori servizi rivolti alla famiglia come il baby sittering, la colf tradizionali, per finire con l’assistenza e le manutenzioni per la casa.
 Da tempo l’esigenza di un “servizio-badanti” è ampiamente avvertito: di recente è assurta a vera e propria “questiona nazionale”, con la presa d’atto che in Italia ne abbia bisogno di una famiglia su 10. Sia le Istituzioni che la Cooperazione Sociale sono quindi chiamate ad affrontare il tema. Da noi la situazione non è diversa che nel resto del Paese, provincia con un’alta incidenza di popolazione anziana.
 Il versante della domanda vede comunque: un potenziale già oggi di circa 15 mila non autosufficienti (con un’età media in notevole rialzo) a fronte di una disponibilità attuale di circa 500 posti letto nelle Rsa (ex Ipab comprese, oggi Asp).
 Mentre quello dell’offerta trova sulla piazza una presenza affollata di donne immigrate soprattutto dall’est Europeo (Polonia, Russia, Moldavia, Ucraina). Si stima che già nel 2008 ci fossero in provincia di Trento oltre 8 mila badanti.
 L’Agenzia ha in animo di mettersi al lavoro attorno a questa idea, con una significativa convergenza di soggetti diversi con obiettivi comuni, nonché la disponibilità di persone già preparate e competenti sulla materia.
 La nuova esperienza si dovrà interfacciare con la presenza di Promo Care, partita cinque anni con alle spalle precedente studio finanziato (progetto Equal), con la presenza di grandi soggetti promotori ed, ampie basi di sostegno, compresa la cifra iniziale investita.
 Ma il progetto non è decollato come si prevedeva: ci sono state difficoltà e qualche problema lo ha forse causato la stessa formula di consorzio cooperativo.
 La domanda registrata nella provincia di Trento (e peraltro in crescita costante) quindi risulta congrua per il sostegno di una nuova attività che si baserà su esperienze di cooperative emiliane di successo nel ramo del sociale.
 L’idea di base è dunque quella di una “Associazione di promozione sociale senza fini di lucro”. La mission è chiara: lavorare per l’aggregazione delle lavoratrici immigrate e la conseguente aggregazione delle famiglie trentine residenti.
 Insomma un’assistenza che sia sempre più a doppia faccia, in collaborazione tra il pubblico ed il privato. In armonia con il disegno dell’amministrazione provinciale, chiamata a non fare crescere ulteriormente i costi. Con una popolazione sempre più anziana













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