Muore travolto dalla valanga
Trento. «Ho capito che stare fuori, in montagna, era la mia vita. Stare a contatto con le persone mi dà veramente tantissima soddisfazione e mi fa pensare che non sto lavorando, ma sto semplicemente...
Trento. «Ho capito che stare fuori, in montagna, era la mia vita. Stare a contatto con le persone mi dà veramente tantissima soddisfazione e mi fa pensare che non sto lavorando, ma sto semplicemente vivendo un sogno, il mio sogno». Andrea Concini, 28enne di Tuenno, così parlava di sé stesso, così spiegava la decisione di dedicarsi completamente al suo sogno, quello di diventare guida alpina. Ieri mattina Andrea Concini è morto, travolto da una valanga sul Brenta, a poca distanza dal rifugio Tuckett. In prognosi riservata, in rianimazione, l’amico Roberto Dallavalle, 29 anni di Croviana. Illesi gli altre due compagni di escursione, Luca Dallavalle, fratello di Roberto, e Wolfgang Hell, guida alpina di Lagundo. Tutti amici, tutti esperti di montagna. Ora uniti da un lutto che non si cancellerà mai dal loro cuore. Dal pensiero di quel ragazzo sorridente e solare, travolto da una valanga con un fronte di venti metri che non gli ha lasciato alcuna via di scampo.
L’allarme
La telefonata alla centrale unica dell’emergenza è arrivata alle 11.07. Una richiesta d’aiuto che ha fatto scattare una corsa contro il tempo. Il coordinatore dell'area operativa Trentino occidentale del soccorso alpino ha chiesto l'intervento dell'elisoccorso che ha sbarcato in quota il personale e l'equipe sanitaria. In una successiva rotazione sono stati elitrasportati altri operatori delle stazioni di Madonna di Campiglio e Pinzolo per dare supporto nelle operazioni di recupero. Per Andrea, però, non c'era ormai nulla da fare e il suo corpo è stato portato alla camera mortuaria di Campiglio. L’elisoccorso ha invece trasportato in codice rosso Roberto Dallavalle al pronto soccorso del Santa Chiara in un grave stato di ipotermia. Qui, dopo gli accertamenti sanitari, è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dove è tenuto sotto constante controllo da parte dei sanitari: la prognosi è riservata.
La valanga
Sull’esatta ricostruzione di quanto successo, sono al lavoro i carabinieri e le prima informazioni che sono state raccolte, sono nelle parole dei due sopravvissuti: illesi, sono stati accompagnati a valle in stato di choc.
La compagnia di amici, unita dalle tante uscite in quota, stava affrontando lo scivolo Massari che porta all’omonima punta. Un percorso impegnativo che i quattro stavano portando a termine gli sci: tutti è quattro molto esperti, tutti e quattro preparati anche a capire la montagna . A quota 2.800 la tragedia. Una valanga con un fronte di una ventina di metri si è staccata dal versante della montagna e ha investito il gruppo. Il capofila era Andrea Concini che è stato trascinato a valle per 250-300 metri assieme a Roberto Dallavalle. Solo sfiorati gli altri due.
E si è compiuta la tragedia. Il corpo di Andrea è finito contro uno sperone di roccia: un urto violento che ha provocato traumi mortali. Niente e nessuno avrebbe potuto salvare la vita del 28enne che è morto sul colpo. La corsa contro il tempo dei soccorsi, che sono stati chiamati immediatamente dai due amici illesi, non poteva fare nulla per evitare la morte del ragazzo. E le attenzioni si sono concertate su Roberto che era in grave stato di ipotermia. Dopo le prime manovre sul posto, il trasporto in codice rosso al Santa Chiara. E ora le preghiere di tutti sono per lui.
Il lutto
La notizia della tragedia sulle Dolomiti di Brenta è arrivata in fretta a Tuenno e anche ai tanti amici di Andrea, lasciando tutti senza parole. Un cordoglio che toglie il fiato per quella giovane vita che si è spenta in una splendida giornata di sole. «Desidera i tuoi sogni, rincorri i tuoi obbiettivi, vivi la tua vita al massimo e goditi ogni istante. Stavi facendo ciò che amavi di più e ciò che ti faceva sentire vivo. Proteggici da lassù e guidaci come sapevi fare», questo il messaggio pieno di affetto lasciato dall’amico Andrea sul profilo Facebook di Concini.
Sciatore in rianimazione
La tragedia del Brenta non è stato l’unico intervento di soccorso nella giornata di ieri sulle montagne e sulle piste del Trentino. Un vicentino, dopo una brutta caduta mentre stava sciando, è ora ricoverato in rianimazione al Santa Chiara: le sue condizioni appaiono gravi.
Gli uomini e le donne del soccorso alpino sono intervenute anche lungo il sentiero che da Madonna di Campiglio sale al lago Nambino per prestare soccorso ad un ragazzo emiliano di 21 anni che si era fatto male mentre camminava con le ciaspole. È stata portata all’ospedale di Cles, una donna di 60 anni che, nel primo pomeriggio, è scivolata mentre percorreva un sentiero che si trova nei pressi del ponte tibetano a Rabbi. Infine l’elisoccorso è intervenuto per recuperare uno scialpinista infortunato sul monte Redival.