Mulas, pensionato tradito dalla tossicodipendenza 

È originario di Sassari, ma vive da anni a Trento. Si rivolgeva ai servizi di aiuto solo per chiedere cibo e vestiti. Ha precedenti per rapina e resistenza



TRENTO. Una vita difficile, segnata dalla droga e dalla violenza, quella di Salvatore Roberto Mulas. L’uomo che ha confessato di aver ucciso Andrea Cozzatti, 44 anni di Vezzano, era conosciuto da tempo dai servizi di aiuto ai tossicodipendenti. Ma viene descritto come una persona che non collaborava e che si rivolgeva ai servizi non tanto per essere aiutato a uscire dal tunnel della droga quanto per ricevere vestiti e cibo. Sulla sua carta di identità alla voce professione c’è scritto: pensionato. La stessa cosa che ha dichiarato l’altra notte durante l’interrogatorio alla presenza del suo avvocato Stefano Daldoss. Infatti, pare percepisse una piccola pensione di invalidità a causa dei postumi di un intervento. Mulas è originario di Sassari, ma vive a Trento da molti anni. Tanto che ha ottenuto il diritto a un appartamento Itea. L’alloggio che è stato teatro dell’omicidio dell’altra sera. Il suo certificato penale riporta precedenti per resistenza e rapina.

Paola Maria Meina, presidente dell’Aft (associazione famiglie tossicodipendenti) lo conosceva da molto tempo: «Conoscevo sia Cozzatti che Mulas. Il primo cercava di tirarsi fuori dal tunnel della droga. Il secondo, invece, veniva da noi solo quando aveva bisogno di qualcosa, dai vestiti al cibo. Poi spariva anche per molto tempo. Non voleva farsi aiutare. Non era una persona assidua ai nostri servizi. Cozzatti invece veniva più spesso, ma anche lui aveva alti e bassi».

La direttrice ricorda che il tunnel della droga è tremendo. Cambia il carattere, rende inaffidabili ed irascibili. Irriconoscibili. Chi ci entra e cerca di uscirne può avere momenti buoni, in cui le persone sono dolci e disponibili, oltre ad avere una sensibilità fuori dal comune. Momenti di dolcezza che, però, svaniscono quando non ce la fanno a uscire dal tunnel e vengono risucchiati dal gorgo della droga. Basta un nonnulla per diventare violenti e per scatenare litigi. Come probabilmenteè accaduto domenica sera nell’appartamento al primo piano di via Maccani.

Mulas ospitava da tempo Cozzatti. I vicini di casa li vedevano spesso. E sentivano spesso anche litigi furibondi e urla. Un menage difficile forse basato sulla comune passione per la droga. E sì che Andrea aveva a Vezzano una famiglia che lo aspettava. Un posto di lavoro che stava per riavere. Istituzioni attente al suo stato d’animo, amici e colleghi che lo cercavano e gli volevano bene. Andrea aveva tutto questo, ma è morto con una coltellata alla schiena.













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