Mugugni nella Lega: conto delle comunali molto salato
Per provare a conquistare una poltrona di sindaco l’allora segretario Mirko Bisesti aveva preventivato una spesa di 30 mila euro, alla fine lievitata a 50 mila. Il partito la deve coprire
TRENTO. La Lega ha sforato di quasi il doppio il budget per la campagna elettorale delle comunali dello scorso autunno. Ed ora il partito deve ripianare il buco. Nulla di irregolare o di illecito, va chiarito subito, ma una situazione che sta provocando qualche mugugno nel partito di maggioranza in Provincia, visto che occorrerà comunque aprire i cordoni della borsa.
La revisione dei conti è tra le incombenze che spettano al neo nominato segretario Diego Binelli dopo il grande impegno messo nel partito da Mirko Bisesti, chiamato alla gestione della Lega assieme al non facile ruolo, contemporaneo, di assessore all’istruzione, ruolo che continua a svolgere.
Dunque per le comunali si era deciso di stanziare 30 mila euro, solo che alla fine (con il miraggio dei ballottaggi) il conto per la campagna elettorale è lievitato sino 50 mila euro. Il partito ha dovuto del resto farsi carico della gran parte degli investimenti per l’appuntamento elettorale poiché il resto del centrodestra era composta da formazioni molto lontane dal medesimo potere di spesa: la Lega in Provincia può contare su un numero di consiglieri che pesa come una squadra di calcio comprensiva di riserve, oltre a quattro parlamentari.
Nulla a confronto di quando l’allora segretario Maurizio Fugatti si trovò con i conti del partito bloccati per mano dei pm che chiedevano al partito di Salvini di fare luce sui famosi 49 milioni di euro. In quella fase con Fugatti, che era pure consigliere provinciale in solitaria, e si parla di qualche anno fa, non decenni, per il partito in città divenne un problema anche pagare le bollette.
Acqua passata, ora con i 49 milioni rateizzati a lunga scadenza, e con una pattuglia di rappresentanti nei vari parlamenti molto nutrita, non saranno certo 20 mila euro a preoccupare la Lega. Ma come ogni nuovo dirigente che si rispetti Binelli sta impostando il futuro cammino del partito, con le proprie regole e dando fiducia ai propri uomini, chiudendo anche i conti, in forma non solo e non tanto metaforica.
Anche perché a Roma dopo l’ennesimo ribaltone provocato da Matteo Renzi (quello precedente aveva fatto saltare proprio Matteo Salvini) in diversi pensano che si possa tornare alle urne per il Parlamento a giugno.
Ed in quel caso si dovrebbe mettere mano al portafogli per una nuova, dispendiosa, campagna elettorale. Con le liste locali che a quel punto spetterebbero ad un segretario che è pure parlamentare in carica. Ma questo è un guardare sin troppo avanti. Per ora registriamo i mugugni per un conto fatto impennare anche dalla scelta di aver cambiato, a Trento, cavallo in corsa per provare a conquistare la poltrona di sindaco.G.T.