“Movida scatenata, servono misure drastiche”
Matteo Valentini, commerciante del Comitato Antidegrado: “Davanti al conservatorio ci si trova per fare casino a oltranza”. “Un’idea? Si vietino gli alcolici dopo le 23 fuori dai plateatici”
TRENTO. Matteo Valentini è uno storico commerciante di via San Marco, residente e componente del Comitato Antidegrado Centro Storico. Con lui abbiamo parlato della “malamovida” che ormai da anni ha compromesso la tranquillità dei residenti.
“E’ da almeno cinque anni che la situazione peggiora progressivamente. Del resto l'assenza delle amministrazioni Andreatta ha trasmesso un senso di libertà assoluta, di poter fare quello che su vuole che è diventato un passaparola. Davanti al conservatorio non ci si ritrova per divertirsi, ma a fine serata, per completare la sbronza e per fare casino ad oltranza”.
Con Ianeselli le cose sono cambiate?
“Aspettiamo a dirlo, per il momento c’è l’impegno senza risultati concreti. Purtroppo il sindaco deve adottare dei provvedimenti drastici contro una parte del suo elettorato e non sono molto convinto che lo farà. Se riuscisse però a disciplinare la movida, sarebbe il primo caso in Italia ed avrebbe grande visibilità diventando un esempio per tutti, oltretutto come sindaco di sinistra”.
Della proposta Stanchina di movida diffusa, cosa pensa?
“Mi sembra un progetto troppo semplicistico. Non è facile far cambiare abitudini e non ci si riesce di certo mettendo un chiosco in un parco. In tutti i casi bisogna pensare a spazi in zone poco abitate come potrebbe essere il parco delle Albere: non è spostando il casino che si risolve il problema”.
Un problema centrale è quello della vendita degli alcolici.
“Efficace solo in parte perché i ragazzi acquistano il più possibile nei bar fino al divieto e poi arrivano quelli con gli zainetti pieni di alcolici, le casse di birra e si continua a bere. Una soluzione potrebbe essere quella di vietare dopo le 23 il consumo di alcolici fuori dai plateatici”.
Però poi ci vorrebbe chi fa rispettare queste regole.
“Si torna al discorso del sindaco che insieme a questore e prefetto devono dare degli ordini precisi. Non intervenire per dissuadere, ma con decisione per risolvere il problema”.
Le risultano venditori abusivi di alcolici dopo l'ora del divieto?
“Non c’è un fenomeno evidente. Qualcuno del comitato ha visto vendere le birre ad 1 euro, ma parrebbe un fatto occasionale”.
Quella dell'area del Conservatorio è anche una movida "politica”, forse ancora più difficile da contrastare?
“La maggior parte sono studenti universitari tra i quali si intrufolano i centri sociali per fare casino, spacciatori, writer per vandalizzare le facciate: in mezzo al gruppo c’è di tutto”.
Ma alla base del problema non ci può essere un rapporto mai sbocciato di sana convivenza tra Trento e mondo universitario?
“Quello che è certo è che Trento ha una mentalità diversa rispetto a quella di una città universitaria, una delle due parti deve adattarsi all’altra e non è facile. A questo punto si può fare qualcosa solo con delle regole precise che bisogna far rispettare”.