«Moderati uniti contro il populismo»

Viola e Malossini: attenti a Monti ma senza esagerare. Lunelli (Upt): segnali inequivocabili del disfacimento del Pdl



TRENTO. I distinguo erano inevitabili e ne va dato conto. Ecco così che il presidente della Commissione dei dodici Mario Malossini, all’indomani delle sue dichiarazioni di interesse per l’area centrista che si sta raggruppando attorno all’Agenda Monti (e in Trentino a Dellai), sottolinea che «onde evitare diverse interpretazioni preciso che manifestare la mia personale condivisione ai principi e ai valori del Ppe - come ho sempre fatto - non intende, di questi tempi, sottendere una sorta di adesione ad un ipotetica “lista per Monti”, né per altro verso coltivare alcuna ambizione di qualsivoglia candidatura politica».

Più articolata la nota del capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale Walter Viola, da tempo insofferente verso i vertici nazionali e locali del partito. Pure lui frena, smentendo ogni “tentazione”, se non quella, di «ricostituire l’unità di coloro che si riconoscono nella casa comune del Partito popolare europeo senza derive populiste». E conferma, Viola, la propria adesione a livello nazionale alle posizioni di Mario Mauro, il vicepresidente del parlamento europeo di area Cl in rotta con Berlusconi e in marcia di avvicinamento verso il progetto di Monti. Ma non solo: Viola fa infatti un riferimento anche allo scenario politico locale, citando il Progetto tentino di Silvano Grisenti e la recente kermesse del Palarotari. A conferma di come l’intero quadro dell’area centrista sia in movimento, appunto alla ricerca di una ricomposizione. Una fase politica che per Viola è però anche «estremamente confusa e nella quale sembrano prevalere i tatticismi e le furbizie». Ciò che preme al consigliere del Pdl è invece una visione della politica come «espressione della persona, lo Stato e le istituzioni devono agire per l’affermazione di ciascuno e di tutti, e non rappresentare un impedimento». E proprio qui, spiega, stanno le ragioni del suo disagio rispetto all’attuale Pdl.

«Il disfacimento del Pdl non sta avvenendo solo a Roma», commenta Giorgio Lunelli, capogruppo dell’Upt in Consiglio provinciale, peraltro all’oscuro di eventuali mosse “concrete” di Malossini e Viola. «Ma al di là dei nomi - prosegue - si tratta di segnali inequivocabili e interessanti nell’ottica del nuovo scenario proposto da Monti e Dellai, che scardina il meccanismo dei due poli contrapposti degli ultimi vent’anni: si tratta di segnali che testimoniano l’implosione del centrodestra che abbiamo conosciuto fin qui, nel quale un certo mondo cattolico fatica sempre più a riconoscersi». Il vero discrimine, secondo Lunelli decisivo nell’orientare le scelte degli elettori prima ancora che di esponenti più o meno importanti del Pdl, è l’atteggiamento assunto da Berlusconi riguardo all’Europa, «fuori dalla quale non si può stare». Sul lato dei rapporti con il Pd, che per i collegi uninominali del Senato ha annunciato alleanze solo con chi sosterrà la premiership di Bersani, Lunelli rimane ottimista: «In Trentino abbiamo l’opportunità unica di affermare la logica di un Senato espressione del territorio, governato dal centrosinistra autonomista. L’importante, come ha detto lo stesso Bersani, è dichiararsi alternativi a Berlusconi, alla Lega e al populismo: su questa base l’intesa è possibile». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.