Messa tridentina in via Belenzani 

Un rito antico e suggestivo, per le penne nere. In latino, praticato dal 1570 al 1968



TRENTO. Tra i tanti significati simbolici che la grande Adunata degli alpini racchiudeva in sé, c’era anche quello spirituale, legato alla tradizione del Concilio di Trento: per questo motivo molte penne nere con le loro famiglie, e anche diverse penne bianche, domenica mattina hanno partecipato alla Messa in rito antico tridentino, nella Chiesa della Annunziata in via Belenzani: si tratta della Messa celebrata in latino (tranne la lettura del Vangelo e l’omelìa), che dal 1570 al 1969 ha costituito la forma ordinaria del rito romano.

In chiesa spiccano donne velate e penne nere con le rispettive famiglie, c’erano anche diverse penne bianche: don Ettore è un sacerdote-alpino, originario di Aosta, arrivato da Roma apposta per questa celebrazione, e per benedire, subito dopo la Messa, un arazzo raffigurante la. Madonna degli Alpini.

Fra quattro ceri bianchi c’è un catafalco con il cappello d’alpino: don Ettore ha benedetto gli alpini di oggi e quelli caduti in tutte le guerre, e nel giorno della Ascensione del Signore, ha raccomandato ai “fedeli alpini” di conservare, nel ricordo dei loro morti, il “desiderio del cielo” costituito dai valori cristiani che da sempre gli alpini rappresentano.

La ritualità austera della Messa Tridentina, animata dalle voci ineffabili delle suore francescane dell’Immacolata, è stata molto apprezzata, specie dagli alpini lombardi, alcuni dei quali appartenenti alla Chiesa milanese di rito ambrosiano: durante la celebrazione, in un momento di raccoglimento, Ubaldo e Pino del grande coro Penna Nera di Gallarate, hanno intonato “Signore delle cime”, e in molti non sono riusciti a trattenere le lacrime.

(s.ma.)













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