Mense, buco da 178 mila euro
La Comunità di valle per coprire parte del disavanzo aumenterà di 20 centesimi il ticket per le famiglie
PERGINE. La previsione per l’anno scolastico 2013-2014 come costo della mensa è di 2 milioni di euro con un disavanzo di 178.000 euro. Così la Comunità Alta Valsugana e Bersntol prova a correre ai ripari aumentando di 20 centesimi il costo del pasto a carico delle famiglie. Si parla di 30 euro in più all’anno.
La situazione è stata argomenti l’altra sera in sede di assemblea con una serie di spiegazioni in proposito da parte del presidente Mauro Dallapiccola. Il provvedimento si rende necessario proprio per il buco presunto che andrà a verificarsi nel prossimo anno scolastico. «Non è che si copra il disavanzo - ha detto Dallapiccola - ma si riuscirà probabilmente solo a ridurlo di circa un terzo».
La Comunità (e prima il Comprensorio) ha in carico il servizio mensa. Attualmente le mense scolastiche sono 28, di cui 26 gestite dalla Risto 3, una (a Centa) direttamente dal Comune, l’altra (al Marie Curie) dall’Azienda sanitaria. Al Curie manca la mensa ed è stata stipulata una convenzione («costosa rispetto alla Risto 3», ha detto) affinché gli studenti possano pranzare appunto con l’Azienda sanitaria. Questo fino all’anno scorso. Da quest’anno i ragazzi saranno ospitati alla mensa delle Rodari in quanto l’Azienda sanitaria sta lavorando alla mensa. I motivi dell’aumento del costo delle mense sono molteplici. Dallapiccola li ha elencati: trasferimenti invariati da 3 anni da parte della Provincia (160.000), incremento del numero delle mense (28), adeguamento Istat, sempre più certificati Icef determinati dalla crisi economica per cui sempre più studenti pagano il minimo (2 euro) e sono pochi quelli che hanno una tariffa elevata (massimo 5 euro).
«Stiamo lavorando per farci aumentare la quota parte provinciale - ha detto ancora il presidente - ma dobbiamo intervenire anche se con un piccolo aumento nella quota da far pagare alla famiglia». Il meccanismo: aumentare la compartecipazione dal 60% all’80% per recuperare 80.000 euro circa, sempre presunti. I tempi tecnici per provvedere sono lunghi in quanto si deve interessare tutti i Comuni che hanno 2 mesi di tempo per rispondere. «In sostanza, occorre decidere quest’anno per il prossimo anno scolastico», ha detto ancora. Per quest’anno (2012 – 2013) il buco è stato calcolato in 178.000 euro. «Ma - ci spiegava ieri il dirigente Luca Dalla Rosa - il tutto è molto aleatorio. Basta un’epidemia di influenza, o uno sciopero, anche di pochi giorni per recuperare migliaia di euro. I pasti giornalieri forniti sono circa 4.000». E’ poi emerso dagli interventi che le dichiarazioni Icef riservano «qualche sorpresa» (il metodo è stato contestato dalla Lega Nord) ed è stato suggerito il sistema della “pasti-card”. Il provvedimento già passato in sede di conferenza dei sindaci è stato poi approvato all’unanimità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA