Medici di guardia, precario 1 su 2 Segnana: «Tentiamo col bonus»
Sanità. Gli incentivi economici sono l’ultima carta della Provincia nella speranza di garantire l’assistenza nelle valli Inutili finora gli appelli dell’Azienda sanitaria per trovare personale stabile nelle sedi più remote del Trentino
Trento. Quasi la metà dei medici di guardia in trentino ha un rapporto di lavoro precario: una cinquantina di incarichi su un totale di 108, che la giunta provinciale sta cercando (invano) di portare a 124 per garantire la riapertura di alcune sedi sul territorio. il dato risulta dalle ultime selezioni organizzate dall’azienda sanitaria, nel novembre del 2019, ed è il punto di partenza di una trattativa avviata fra provincia e sindacati nel tentativo di risolvere il problema con un “bonus” per i medici disposti ad accettare gli incarichi nelle valli. il primo incontro (di cui abbiamo dato notizia sul trentino di ieri) si è svolto venerdì e un secondo si terrà il 30 gennaio.
Sull’emergenza dell’assistenza sanitaria di base nelle valli è intervenuta ieri l’assessora alla salute, Stefania segnana: «che la copertura dell'assistenza medica nelle valli sia problematica lo abbiamo sempre detto. e anche che i bandi promossi dall'azienda sanitaria siano andati deserti o con copertura incompleta non è cosa nuova. non deve stupire pertanto la ricerca da parte nostra di ogni possibile soluzione, anche innovativa per cercare di dare una risposta, specie nei casi in cui il problema si trasforma appunto in emergenza». in merito all’incontro - dove la provincia era rappresentata dal dirigente della sanità giancarlo ruscitti - segnana spiega: «si è trattato di un incontro tecnico - precisa l'assessore segnana - al quale i nostri collaboratori si sono presentati con il mandato della giunta di esplorare anche la strada delle incentivazioni economiche a supporto delle posizioni più periferiche e quindi meno appetibili per i professionisti». secondo la provincia si tratta di una strada tra l’altro già percorsa con l'accordo sui medici pediatri e che ovviamente va analizzata nei dettagli, con una serie di interrogativi: a quali medici (di quali sedi) spetterà il bonus? quanto dovrà essere ricco? con una contraddizione difficile da risolvere: sarebbero infatti premiati economicamente i medici delle sedi più remote dove è minore l’attività lavorativa.
All’incontro di venerdì era presente la cisl medici, sindacato di maggioranza guidato dal segretario Nicola paoli: «negli ultimi dieci anni abbiamo sempre rimarcato questa situazione - ha scritto paoli in una nota - e venerdì abbiamo dichiarato a verbale che ci riserviamo 10 giorni di tempo per analizzare il contenuto del documento della provincia e proporre gli eventuali correttivi, a difesa dell'intera collettività della medicina generale ed a vantaggio dei cittadini del nostro trentino». paoli nella nota ha voluto comunque sottolineare che la situazione è resa ancora più difficile dalla volontà di questa giunta provinciale di aprire ulteriori sedi di guardia rispetto a quelle della precedente legislatura.