Masocco ammette e abbandona
Bolzano, il consigliere comunale leghista si dimette: «Ho sbagliato, mi vergogno»
BOLZANO. «Dopo quasi una settimana di silenzio ho deciso di prendere pubblicamente posizione riguardo quanto successo. Quella che è stata una bravata, per quanto inopportuna e condannabile, si è trasformata in un accanimento mediatico contro la mia persona. In questa vicenda ho sbagliato due volte: la prima ad affermare cose inopportune delle quali mi vergogno e mi dispiaccio, la seconda - complice la mia giovane età e inesperienza - aver negato la paternità del file audio. Non voglio però che quanto accaduto diventi un attacco non solamente alla mia persona, alla mia famiglia, ma anche alla Lega. Per questo motivo ho deciso di assumermi le mie responsabilità e rassegnare, con grande dolore, le mie dimissioni da consigliere comunale». Ha negato; ha giurato, fino a quando ha potuto, che quella non era la sua voce; ha minacciato denunce; poi ieri sera messo alle strette dalle indicazioni arrivate da Milano, si è arreso: il legghista Kevin Masocco, entrato in consiglio comunale a metà gennaio, ha ammesso che è suo quel whatsapp audio agghiacciante: “Vieni allo Juwel c’è una DJ figa da violentare. Adesso ti faccio una foto (segue una bestemmia)”. Parole arrivate sulla chat dei giovani leghisti nel marzo dello scorso anno e diffuse solo pochi giorni fa.
Masocco ha smentito se stesso e quanti si erano schierati al suo fianco, attaccando chi riteneva frasi come inammissibili. Dimettendosi, cosa inevitabile a questo punto, ha evitato al commissario straordinario Massimo Bessone, che per stasera aveva convocato l’assemblea provinciale della Lega, di dover prendere una decisione sul caso e dall’altra ho tolto l’onorevole Maturi da un’imbarazzante amicizia politica, visto che il deputato è responsabile dei giovani leghisti, di cui Masocco era un “astro” nascente. Tanto che il suo nome veniva dato tra i papabili per entrare nello staff del vicepresidente della giunta provinciale Giuliano Vettorato. «Ho visto la chat dei giovani - dice il commissario del partito nonché assessore provinciale Bessone - e mi sono sentito due volte con Milano: quello che è successo è troppo grave. Noi siamo un partito serio, non possiamo accettare che qualcuno faccia certe affermazioni sulle donne. Mi scuso per quel whatsapp, ma non sono nella chat dei giovani leghisti, non l’avevo visto. Le dimissioni, a questo punto, erano l’unica cosa possibile».