MALTEMPO IN TRENTINO Frana, chiusa statale di CampiglioA Pinè si lavora nel fango FOTO

A un primo esame i danni a Campolongo non sembrano gravissimi: i 53 evacuati potranno tornare nelle loro case a fine settimana, dopo che saranno stati rimossi i 35 mila metri cubi di fango e detriti franati dal monte Costalta. Frana anche a Carisolo: chiusa la statale



TRENTO. Una frana è caduta poco dopo le 16 sulla statale 239 di Madonna di Campiglio, un chilometro sopra l'abitato di Carisolo. Nessun automobilista è rimasto coinvolto, si apprende dalle forze dell'ordine.

La strada, invasa da alcuni grossi massi, è bloccata in entrambi i sensi di marcia.

Sul posto stanno operando i vigili del fuoco e i tecnici della protezione civile che hanno iniziato i lavori di rimozione del materiale franato e di disgaggio della parete rocciosa sovrastante la strada. L'intera zona era stata interessata nelle ultime ore da intense piogge.

PINE', RUSPE AL LAVORO. Ruspe e altri mezzi pesanti sono al lavoro a Campolongo, nel comune di Baselga di Pinè, per rimuovere la massa di detriti e fango (FOTO) che nella notte fra sabato e domenica è caduta dal monte Costalta costringendo all'evacuazione 53 abitanti di 15 case della frazione.

Dovrebbero tornare a casa al più tardi nel fine settimana, se le verifiche sulle loro abitazioni non faranno emergere danni gravi: è quanto viene ipotizzato per le persone evacuate nella notte tra sabato e ieri a causa di una frana in Trentino, nella frazione Campolongo di Baselga di Pinè, caduta dal sovrastante monte Costalta dopo le forti piogge dei giorni precedenti.

A renderlo noto è la Provincia autonoma di Trento, la cui Protezione civile sta valutando la situazione e aggiorna i dati. Sono 53 le persone evacuate, appartenenti a venti famiglie, fra cui alcuni turisti che hanno interrotto la vacanza e sono rientrati proprio in seguito alla frana. La maggior parte dei residenti sono stati ospitati da parenti, mentre undici hanno trovato una accoglienza in alcuni alberghi del posto.

Lo sgombero della colata di fango, legname e detriti che si e' abbattuta la notte scorsa su sedici case sta procedendo e dovrebbe concludersi in tre giorni, almeno per quanto comporta l'accesso alle abitazioni. Il materiale franato, inizialmente sottostimato, ora è stato valutato in circa 35.000 metri cubi. In queste ore vengono liberate alcune automobili dal fango.

Da quanto è possibile stimare, viene riferito, per il momento non sono evidenti danni gravi alle case, anche se sarà necessario sgomberare il materiale negli scantinati, controllare e pulire pozzetti e tubature dei sottoservizi, operazioni che dovrebbero concludersi al massimo entro domenica.

Nel corso della mattinata si è tenuto sul posto un vertice fra gli uomini della protezione civile, guidati dal responsabile, Raffaele De Col, i servizi provinciali Bacini Montani, foreste e fauna e geologico, i tecnici del Comune, i locali carabinieri e i vigili del fuoco per delineare il programma delle prossime ore, che ha l'obiettivo di far rientrare gli sfollati al più presto nelle case.

Il servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento è intanto all'opera per sviluppare un progetto di messa in sicurezza del rio Molinara, lungo il cui alveo  è scesa la colata detritica dal monte Costalta, mentre il Comune sta valutando la parte di sua competenza. I costi complessivi dei danni provocati dall'evento e i lavori di ripristino e messa in sicurezza dell'area ammonteranno a circa 3 milioni di euro.

I lavori relativi all'alveo del rio Molinara saranno eseguiti dal servizio Bacini montani, mentre la sistemazione del territorio della frazione di Campolongo sarà a cura del Comune di Baselga di Pinè, su finanziamento provinciale. A tutti i volontari impegnati nelle operazioni, quasi un centinaio di persone, ieri sono arrivati i ringraziamenti del vicepresidente Alberto Pacher, a nome del presidente Lorenzo Dellai e quelli del sindaco di Baselga di Pinè Ugo Grisenti, sul posto fin dalle prime ore.

Hanno partecipato ai sopralluoghi anche gli assessori provinciali Lia Giovanazzi Beltrami e Ugo Rossi. La macchina della Protezione Civile trentina in questi due giorni di maltempo, secondo quanto viene sottolineato dall'amministrazione provinciale, ''ha attentamente monitorato il territorio, fin dal primo allarme meteo di venerdì scorso, ed è stato anche grazie alla loro efficienza e tempestività che è stato possibile evitare una sciagura più grave''.













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