l'inchiesta

Malaria, l’inchiesta del Nas si allarga

In calendario interrogatori e acquisizioni di documenti e campioni. Un esperto punta il dito su un presunto errore medico



TRENTO. Si entra nel pieno delle indagini sulla morte della piccola Sofia Zago. I carabinieri del Nas in questa settimana finiranno di sentire tutto il personale dell’ospedale Santa Chiara che ha avuto in cura la piccola e inizieranno ad allargare il raggio delle indagini. Saranno anche analizzate tutte le cartelle cliniche e inizieranno ad arrivare anche i primi risultati delle analisi. Ancora non ci sono molti dati oggettivi. Però c’è già chi, come il dottor Walter Pasini, già snocciola certezze. Ha creato molta agitazione la sua presa di posizione, esternata tramite Ansa, secondo la quale l’ipotesi più probabile per il contagio della piccola Sofia è l’errore umano in ospedale a Trento.

Secondo Pasini (che su internet dice di essere esperto in in Medicina del Lavoro, Cardiologia, Medicina dello Sport ed Idrologia, Climatologia e Talassoterapia ma non in malattie tropicali) potrebbe essere stato un ago pungidito, di quelli che si usano per controllare il diabete, ma anche per effettuare la goccia spessa, esame utile a diagnosticare la malaria, a causare il contagio di Sofia, la bambina trentina di 4 anni morta di malaria. Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health sostiene: «Sembra assumere sempre maggior corpo nella vicenda di Trento quella che sin dall'inizio appariva l'ipotesi più probabile e cioè che la povera bambina abbia contratto l'infezione nel periodo dal 16 al 20 agosto, dal sangue infetto attraverso un errore umano, quando era ricoverata in un reparto pediatrico che ospitava due bambine africane ammalate di malaria. Probabilmente l'ago infetto che ha trasmesso il protozoo della malaria è stato quello pungidito sul polpastrello della mano». Pasini aggiunge che «l'ipotesi che una zanzara Anophele, di cui peraltro non risultano tracce nelle trappole dell'ospedale, possa avere punto una delle due africane e poi la piccola appare inverosimile, così come le altre ipotesi formulate all'inizio». «La vicenda - sottolinea allora l'esperto - pone drammaticamente in evidenza il tema delle infezioni intraospedaliere, che sono la più frequente e grave complicanza dell'assistenza sanitaria e componente importante della nocività dell'ospedale». Detto che non esiste nessuna prova oggettiva di quanto afferma il medico e che l’Azienda sanitaria ha fin dal primo momento spiegato con chiarezza che in ospedale vengono sempre osservate rigidamente regole che permettono di escludere l’errore umano, non resta che prendere atto di quella che resta un’ipotesi. In attesa che le indagini della Procura di Trento e dei carabinieri del Nas chiariscano una volta per tutte quanto accaduto. La famiglia nei giorni scorsi ha chiesto rispetto e e silenzio, annunciando che i funerali della piccola Sofia, che si terranno in settimana, saranno in forma strettamente privata.













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