Magnete, armati di ramazza i residenti fanno pulizia  

In 50 partecipano all’iniziativa del gruppo «Trepuntizero» che raccoglie anche gli abitanti di Centochiavi e Solteri. Tanti i rifiuti abusivi lasciati dai furbetti



TRENTO. Pannoloni e pannolini, ma anche escrementi sono i protagonisti poco graditi di “PuliAmo il quartiere”: un’iniziativa popolare in risposta ad un’emergenza al Magnete che l’amministrazione comunale non riesce più a contenere. Alla sala “Animagnete” si sono ritrovate 50 persone, davvero molte considerando la giornata di pioggia. Rappresentate le tre anime del quartiere: Magnete, Centochiavi e Solteri: «Vogliamo dimostrare – dice Manuela Zaninotto che con Annunziata Tirino sono le portavoci del Gruppo di Residenti “Trepuntizero” - che questo è un quartiere unito al di là dall’essere tagliato a metà dalla via Brennero. Un quartiere con anima e cuore che si mobilità per una parte di se, lasciata nel degrado. Questa non sarà un’iniziativa sporadica, ma vogliamo che diventi ricorrente e ogni volta che scendiamo in strada è anche perché non si dimentichi una realtà lasciata a se stessa». Di iniziative come queste ne abbiamo viste molte, ma è la prima volta che oltre alle cose che ormai per cattiva abitudine vengono lasciate in strada, si trovano anche ombrelli, residui di ristrutturazioni, documenti con tanto di intestazione aziendale, doghe e molte valigie. Alla fine della pulizia, tutto esaurito per sacchi e bidoni. La zona critica è la collinetta che inizia dopo l’ isola ecologica del complesso Leonardo: «È privata, ma la puliamo lo stesso – sottolinea Annunziata Tirino - perché è una schifezza e possiamo davvero trovare di tutto. L’assurdo è che quando abbiamo protestato con l’amministratore chiedendo che almeno si provvedesse al taglio dell’erba, ci è stato risposto che sarebbe stata una spesa straordinaria che avremmo pagato tutti». Purtroppo uno dei problemi del Magnete è proprio questo: proprietà frammentate, molte delle quali pignorate perché entrate a far parte di esecuzioni fallimentari che di fatto hanno rallentato ogni intervento. «Non solo – ribatte Manuela Zaninotto – ma se il vigile di quartiere invece di stare sempre in ufficio ad aspettare i cittadini, uscisse magari per fermare quelle tante persone che si vede che non hanno normali intenzioni, le cose potrebbero anche cominciare a cambiare. Ad esempio le persone che vengono con i sacchi delle immondizie e poi ripartono senza, come le vedono i residenti, potrebbe vederle anche lui».

Particolare anche il momento conviviale organizzato da quelle persone che non potevano partecipare alla raccolta rifiuti: «Per tutte le attività di supporto ed anche per i laboratori, dobbiamo ringraziare le associazioni “Seme” e “ Atas” e tutte quelle residenti che non se la sono sentita di camminare, ma hanno preparato dolci e the». (d.p.)













Scuola & Ricerca

In primo piano