il caso

M5S: «Whirlpool, uno spreco di soldi»

L’affondo di Degasperi sul (mancato) ricollocamento di diversi lavoratori. Olivi: «Fatto un miracolo»


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. “Un fallimento, un esempio da non seguire in altri casi. Direi anche un monito per cambiare le politiche di reinsediamento industriale e riqualificazione dei lavoratori nelle crisi industriali. Altro che un modello, come lo indica l’assessore Olivi”. Così ieri mattina in conferenza stampa, il consigliere provinciale del M5S, Filippo Degasperi, ha liquidato il caso Whirlpool. La denuncia e critica mossa da Degasperi contro il metodo usato per ricollocare gli ex lavoratori dalla Provincia e dall’assessore, Alessandro Olivi, è di aver sperperato il (tanto) denaro stanziato dall’azienda per la formazione dei lavoratori.

Accanto ai fondi per fare il bilancio delle competenze (134.000 euro), per il counselling (395.000 euro) e per formare i lavoratori rimasti senza lavoro (circa 800.000 euro), erano stati stanziati - ricordiamo - altri fondi per incentivi all’azienda che si sarebbe reinsediata agli Spini. “Molti ex lavoratori non hanno trovato ancora lavoro. Questo è un dato di fatto. - ha ricordato Degasperi - I corsi che sono stati attivati, secondo noi troppo costosi, si sono dimostrati inutili, di certo non coerenti con le esigenze del mercato del lavoro locale e con le situazioni reali degli ex lavoratori, con le loro reali competenze, condizioni anagrafiche e con le concrete possibilità di trovare una nuova occupazione”.

Il consigliere pentastellato ha anche nettamente criticato l’abuso, a suo dire, del ricorso a enti privati per erogare la formazione. “Abbiamo l’impressione che in tutto questo abbia guadagnato davvero solo e soprattutto chi ha fornito i corsi, ovvero ditte ed enti privati. Noi invece pensiamo che debba essere l’Agenzia del Lavoro, la Provincia, che ne ha tutte le possibilità e tutti gli strumenti, a garantire un’ adeguata formazione agli ex lavoratori. “ Degasperi ha ricordato le varie interrogazioni presentate in merito alla questione in Consiglio provinciale, ritenendo le risposte ricevute non soddisfacenti.

Erano presenti alcuni ex lavoratori, accompagnati anche da Fulvio Flammini, funzionario del Sindacato di Base, che sta seguendo una settantina di casi di persone rimaste senza occupazione anche dopo i percorsi formativi. I lavoratori hanno raccontato le proprie esperienze, descrivendo percorsi troppo brevi e generici, a loro dire, ad esempio corsi di due mesi di lingue straniere o come aiuti cuochi, o corsi per abilitazioni tecniche ritenuti non idonei. In particolare è stata criticata tanto da Degasperi quanto da Flammini la parte del progetto relativa alle cosiddette “Patenti di mestiere” (che contava su ben 320.000 euro di stanziamento). Secondo il consigliere e il sindacalista ed anche a sentire alcuni ex lavoratori, si tratterebbe di corsi in sostanza poco centrati sulle reali possibilità di trovare poi lavoro, che avrebbero seguito un iter poco sensato. “Quei corsi, ci sembra, sono stati suggeriti più dalle esigenze dei formatori che non dalla Provincia o dai lavoratori” ha chiosato Degasperi, seguito nel commento da Flammini.

Nel pomeriggio si doveva tenere un incontro tra i lavoratori e l’assessore Olivi, incontro che è saltato scatenando la rabbia dei lavoratori che hanno occupato l’atrio della Provincia. Olivi, dal canto suo, si è limitato a far sapere che il caso Whirlpool «è stato un miracolo che ha permesso di ricollocare centinaia di persone senza un euro pubblico».













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