M5s, archiviato il vaffa si mette l’abito buono anche per l’Autonomia 

Fraccaro ed i suoi ora parlano bene dell’euro: «Siamo pronti a governare. Cambiato modo di esprimerci, non i contenuti»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Hanno indossato l’abito buono e, nel contempo, sotterrato l’ascia di guerra. Non lo si può negare: il M5S ha ammorbidito i toni (quando non li ha cambiati a 360 gradi) anche su euro, Autonomia e giornalisti. Una vera e propria metamorfosi, da partito di lotta a formazione di governo. Che ne pensa Riccardo Fraccaro, parlamentare vicinissimo a LuigiDi Maio, e per alcuni ministro in pectore di un governo pentastellato: «Non sono cambiati i contenuti ma i modi in cui parliamo alla gente».

Nel 2013 c’ erano i vaffa lanciati da Beppe Grillo: «Cinque anni fa c’ era l’ istrione, il comico che aveva bisogno di mandare dei segnali di rottura, fare capire alla gente che c’era qualche cosa di realmente nuovo. Ora nel 2018 (ma questo accade già da qualche tempo c’ è Luigi Di Maio che non è solo il capo politico ma è anche il candidato premier del M5s. Luigi usa toni diversi, come del resto io stesso, il consigliere Degasperi ed altri nel partito, meno gridati, più attenti ai contenuti. Le probabilità che si vada al governo del Paese come prima forza politica sono sempre più elevate. I sondaggi sono sempre meno convinti che si possano realizzare le larghe intese. Saremo invece noi a decidere con chi allearci per andare al Governo» osserva Fraccaro.

Però tutti ricordano che per voi l’ euro era la moneta da mandare in pensione al più presto. Ora invece sta bene dentro i nostri portafogli?

«Noi non ce l’avevamo con l’euro inteso come moneta ma con i trattati europei e la gestione della Ue. Questo rapporto può e deve essere rivisto. Ma un referendum che chieda alla gente un parere sull’euro avrebbe bisogno di tempi e modi non facili per essere organizzato in breve».

Di Maio a Trento ha detto di essere stato piacevolmente sorpreso dalla qualità della nostra Autonomia. Lei onorevole, che la conosce bene, non ne ha mai parlato in toni particolarmente entusiasti.

«Non è vero. Anche durante la discussione sulla legge elettorale avevo detto a Roma che si doveva dare più autonomia a tutti, che il centralismo deve essere mantenuto solo in pochi distinti ambiti».

Questo in termini generali ma...

«Ma sull’autonomia del Trentino Alto Adige ero e rimango critico quando vedo che viene interpretata o usata per il mantenimento di poltrone a livello politico» chiude.

Ed il consigliere provinciale Filippo Degasperi che ne pensa di questo nuovo atteggiamento del suo partito? Cita i numeri di un’attività in Consiglio provinciale che non sarà di governo, visto che non è in maggioranza, ma di proposta di sicuro sì: «Beh ho presentato ben 15 disegni di legge, pari a quelli che ha portato Mattia Civico (Pd) che è invece in maggioranza. E’ vero comunque che in Trentino noi ci siamo sempre proposti in termini costruttivi o, almeno, ci abbiamo provato. Non abbiamo mai usato il “vaffa” nei confronti di nessuno ma, casomai, fatto delle proposte diverse. Noi abbiamo sempre ribadito che il ruolo di Grillo è un altro rispetto a quello dei portavoce nelle istituzioni». Insomma tutti d’accordo. Al capogruppo in Comune in città, Andrea Maschio, chiediamo infine come mai è mutato il rapporto con i giornalisti, un tempo visti come il male assoluto? «Beh, all’inizio ci avevano chiesto di non frequentarvi troppo, proprio per via del fatto che eravamo nuovi di questo mondo e che dovevano prima fare esperienza. Ora i tempi sono diversi». Ed il giornalisti li candidano persino.













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