Levico, il Comune venderà il municipio

Lunedì la proposta verrà presentata ai consiglieri comunali


Antonio DeCarli


LEVICO TERME. E' tempo di risparmiare e far "quadrare" i conti del Comune. E così lunedì sera il consiglio comunale sarà chiamato a discutere in via informale in merito al patrimoniale comunale e decidere, se se ce ne sarà necessità, quali immobili dismettere alla luce anche delle nuove strette finanziarie nazionali e provinciali.

Guardando alle varie proprietà, già si parla che l'unico immobile appetibile da poter mettere mercato potrebbe essere l'attuale sede del Comune non appena tutti i tasselli dei vari trasferimenti andranno in porto. Intanto le scuole elementari e medie da lunedì sono già trasferite nel nuovo Polo e quindi il Municipio, assieme a molte sedi delle associazioni di volontariato, dovrebbero così poter finire nelle ex scuole di via Slucca de Matteoni, mentre la biblioteca dovrebbe trovare spazi adeguati presso l'ex Cinema Città.

Il presidente del consiglio comunale Guido Orsingher con sindaco e giunta hanno voluto un consiglio informale (a porte chiuse) proprio per discutere senza condizionamenti come "razionalizzare il patrimonio immobiliare comunale e non solo allo scopo di fare cassa". Si dovrà caso per caso valutare a cosa servono certi immobili e come si vogliono utilizzare in prospettiva. Una volta deciso quale poter dismettere in qualche caso sarà necessario modificare con urgenza il Prg per rendere appetibile l'eventuale acquisto e l'investimento privato, cosa che non sembrerebbe possibile ad esempio con il compendio dell'ex Cinema Caffè Città se, come in maniera apprezzata però da molti, si realizzerà tra le altre cose un polo culturale trasferendovi anche la biblioteca al fine di creare anche un volano virtuoso per il Centro storico.

Come si è potuto vedere nel bilancio consuntivo 2010 il Comune è tra i più virtuosi: nonostante le tante opere realizzate in questi anni, l'indebitamento residuo a fine dicembre 2010 era di circa 5 milioni e 200 mila euro, ma già a fine agosto 2011 i mutui attivi sono stati ridotti ulteriormente di 1 milione e 700 mila euro portando l'indebitamento a soli 3.500.00 euro con l'obiettivo di rimanere dentro il patto di stabilità. Ma i mutui, quando vengono accesi per investimenti utili, sono indispensabili per realizzare una ripresa degli investimenti, dell'economia e dell'occupazione; di questo dovranno in futuro tenerne conto Stato, Regioni, Provincie.
L'incertezza del quadro normativo legato in particolare al patto di stabilità e alle incisive azioni di contenimento della spesa previste dalle recenti manovre statali e provinciali oltre agli obiettivi in attuazione del federalismo municipale, rendono ormai indispensabile una maggiore compartecipazione degli enti locali e quindi anche dei comuni al processo di risanamento della finanza pubblica, anche attraverso una contrazione delle risorse di finanza derivata di cui i Comuni medesimi possono beneficiare.













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