Leishmaniosi, colpita bimba di 4 anni

La malattia è trasmessa dai cani: sei casi in Trentino dal 2001 ad oggi



TRENTO. In relazione ad un caso di Leishmaniosi viscerale diagnosticato in questi ultimi giorni ad una bambina di 4 anni, che attualmente sta meglio ed è seguita in ospedale e a casa con controlli periodici e terapia conseguente, residente nella zona dell'Alto Garda, l'Azienda Sanitaria ritiene opportuno fornire alcune informazioni su questa malattia non comune nel nostro territorio e che, essendo poco conosciuta, potrebbe dar luogo ad allarmismi ingiustificati.

La Leishmaniosi è una malattia primariamente del cane, e viene trasmessa da un cane all'altro da insetti conosciuti con il nome di flebotomi o pappataci, molto simili alle zanzare, ma di piccole dimensioni (2-3-mm), silenziosi nel volo e la cui puntura spesso passa inosservata.

Sebbene tipica dell'animale, anche nel nostro Paese si possono verificare casi sporadici di malattia nell'uomo (di solito in soggetti con difese immunitarie compromesse), in seguito a punture di flebotomi infetti.

Nell'uomo la malattia si manifesta con febbre, perdita di peso, ingrossamento di fegato e milza e calo delle cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). La malattia è curabile con farmaci specifici, ma se non trattata può essere molto grave.

La Leishmaniosi umana è presente in molte aree del mondo ma in particolare in 6 Paesi: Brasile, Uganda, Sudan, Nepal, India e Bangladesh. In Europa è presente oltre che in Italia anche in altri Paesi del Sud che si affacciano sul Mediterraneo (Spagna, Francia, Croazia, Albania e Grecia). In Italia la malattia, se pur presente, è rara (circa 1500 casi segnalati nel periodo 2001-2009) ed è più frequente in alcune regioni del Sud (Campania, Calabria, Sicilia).

In Trentino i casi segnalati dal 2001 ad oggi (incluso l'ultimo caso diagnosticato in questi giorni) sono stati 6 (circa un caso ogni 2 anni). Anche se spesso non è possibile risalire all'area geografica dove è avvenuto il contagio, dato che il periodo di incubazione è molto variabile ( da pochi giorni ad anni) e le punture dei flebotomi possono passare inosservate, è verosimile che qualche caso osservato in Trentino sia di origine endogena.

Le valutazioni di ordine epidemiologico e le caratteristiche della malattia fanno ritenere che non siamo di fronte ad un mutamento della situazione epidemiologica e che la malattia dell'uomo resterà comunque rara in Trentino con casi del tutto sporadici anche nei prossimi anni. Tuttavia si rende necessario rafforzare la sorveglianza e le misure di controllo della Leishmaniosi nel cane, essendo il miglior amico dell'uomo il serbatoio naturale della malattia.

Il servizio veterinario dell'Azienda sanitaria, con la collaborazione dei veterinari liberi professionisti, monitora costantemente la presenza della malattia nei cani e fornisce le indicazioni per la prevenzione dell'infezione negli animali.

Semplici misure quali periodiche visite veterinarie, ricerca dell'infezione e protezione dell'animale dalle punture di insetti, anche attraverso l'applicazione topica di prodotti insetticidi a lunga persistenza, si sono dimostrate utili a contenere la diffusione della malattia nella popolazione canina.  La lotta ai flebotomi si è dimostrata invece di scarsa efficacia, essendo tali insetti refrattari ai trattamenti larvicidi e non essendo praticabili interventi di applicazione massiva di pesticidi nell'ambiente naturale che provocherebbero gravi danni di tipo ecologico.













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