Lega, mozione di sfiducia ad Andreatta

Nel mirino il doppio incarico dell’assessore Gilmozzi (segretario Pd). Merler (Civica): «Sindaco allo sbando»



TRENTO. La Lega prova ad approfittare dell’ennesimo harakiri della maggioranza comunale, che martedì sera in consiglio - complici quattro franchi tiratori - ha impallinato ancora una volta il sindaco Alessandro Andreatta e la giunta bocciando la delibera sulla riorganizzazione del personale. I consiglieri del Carroccio annunciano che nei prossimi giorni presenteranno una mozione di sfiducia alla giunta. «A fronte dei recenti sviluppi congressuali riteniamo che la giunta difetti dei requisiti necessari per portare avanti l'impegno che si sono assunti con i cittadini di Trento», scrivono in una nota.

Nel mirino finisce in particolare il doppio incarico dell’assessore ai lavori pubblici e alla mobilità Italo Gilmozzi, che il 29 maggio è stato eletto segretario provinciale del Pd. La Lega definisce «sconveniente» la decisione di mantenere in giunta «coloro che rivestono un incarico provinciale di partito». E sul piano politico attacca: «La manifesta inconsistenza politica che caratterizza il Comune di Trento dalle ultime elezioni si è ulteriormente aggravata con l’esito dei congressi dei partiti di maggioranza, con i lavori dell’aula che procedono a rilento, paralizzando così il capoluogo. Le delibere presentate fino a questo momento in aula su proposta della giunta sono un numero assolutamente esiguo e nonostante questo il sindaco in soli sei mesi di mandato ha già perso la sua maggioranza per ben cinque volte a causa delle tensioni interne ai partiti di maggioranza». «La mozione di sfiducia non è volta quindi a condannare l’amministrazione per singoli episodi, ma a uscire da una situazione di stallo che si ripercuote sui 118.000 abitanti del Comune. Trento non può più soffrire questa inefficienza: prossimamente ci sarà da approvare il Prg e in queste condizioni sarà pressoché impossibile». Duro anche il capogruppo della Civica Trentina Andrea Merler, che parla di «un sindaco allo sbando»: «La città non era e non è con lui e bene fa qualcuno anche dall'interno a ricordarglielo. Basti pensare che egli non andò al ballottaggio grazie a pochi migliaia di voti che in buona parte sono le preferenze personali di più soggetti (Upt e Pd) esclusi dalla giunta. Il centrosinistra vinse nonostante Andreatta e grazie alle nostre incapacità. Con il passare del tempo Andreatta rischia di divenire caricaturale assumendo impegni che poi il consiglio non ratifica. La delibera sul personale rappresenta la cartina di tornasole del personaggio, che con falsa umiltà mistifica la realtà. Un muro di gomma rispetto al quale ogni confronto risulta inutile poiché ascolta tutti ma non da retta a nessuno. Dopo la bocciatura di dicembre non ha cambiato nulla della delibera, anzi con arroganza è andato avanti per sei mesi come se nulla fosse e ha ripresentato la delibera identica. La soluzione per lui è insultare chi si ribella utilizzando il legittimo voto segreto. Sono certo che proseguirà dritto per la sua strada, avanti verso il burrone della prossima pesante bocciatura».

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