«Lasciare il Giro al Sass? Sarebbe un suicidio»
Viaggio tra i commercianti del centro «strozzati» dagli affitti e con sempre meno clienti. Ma disposti a pagare il doppio pur di stare nel «salotto»
TRENTO. I commercianti che hanno il negozio in centro storico il loro posto se lo tengono stretto e non sarebbero disposti a trasferirsi a nessun costo. Neanche a fronte di un affitto inferiore. Un paradosso? Assolutamente no. Uscire dal “giro giusto”, il Giro al Sass, significherebbe infatti per molti di loro chiudere bottega. «I clienti spendono meno e il costo dell'affitto aumenta, ma se dovessi pensare di spostarmi anche solo poche strade più in là o in un sobborgo non avrei più lavoro e sarei costretto ad abbassare definitivamente le serrande» – spiega Fausto Artuso, titolare del Tiffany in via Diaz. «Almeno qui c'è giro, le persone entrano e qualche affare lo si fa anche se sopra la soglia dei 50 euro c'è molta reticenza ad aprire il protafoglio».
D'accordo con lui Ivan Anesi, titolare del Paranà: «E' la questione del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, qui in centro l'affitto è elevato ma c'è molto giro di persone mentre un fuori cala l'affitto ma diminuisce anche il transito di clienti, quindi a conti fatti per un articolo come quello che proponiamo noi vale il sacrificio di stare in centro».
Anche Giorgio De Grandi, titolare delle Mercerie Trento in via delle Orne e presidente del consorzio Trento Iniziative, non ha dubbi sul “plus” garantito dal centro anche a fronte di maggiori costi e difficoltà di parcheggio: «In linea di principio ritengo che il commercio debba restare all'interno del centro storico, allontanarsi sarebbe una strategia perdente in partenza e l'alternativa del centro commerciale è comunque costosa sia in termini di affitto che spese condominiali». Attirato dalle potenzialità del Giro al Sas Dino Moser, responsabile del punto vendita Gocce di Luna: «Prima avevo il negozio in via Suffragio, una delle strade più belle della città ma con tante difficoltà che mi hanno spinto a trasferirmi in via San Pietro. Qui c'è molto più passaggio di persone ma parliamoci chiaro, l'affitto è il doppio e anche qui le cose potrebbero essere migliorate, ad esempio limitando il transito delle macchine e ravvivando la zona».
Da via Suffragio a via Diaz, seppur a malincuore, si è spostata anche Alba Rosa con i suoi gioielli: «Purtroppo di via Suffragio si parla sempre male, in realtà ci sono tanti negozi belli e persone che hanno voglia di lavorare». A condividere con lei lo spazio dell'attività Andrea Brocoli, titolare del D.A.G. Store: «Mi sono spostato qui da via Calepina. Spostarsi in centro è stata una scelta strategica anche per il passaggio dei turisti, in ogni caso ci sarebbe bisogno di dare una generale sferzata di vita alla città per sostenere le attività commerciali».