La radio della Diocesi verso la chiusura 

TrentinoinBlu cesserà di trasmettere in giugno. Due giornalisti rischiano il posto. La redazione in sciopero per due giorni



TRENTO. La notizia ha avuto lo stesso effetto di una bomba. La cooperativa editrice proprietaria di Vita Trentina, della radio Trentino inBlu e di altre iniziative che fanno capo all’Arcidiocesi di Trento ha comunicato la decisione di chiudere la radio, di vendere le frequenze e di licenziare due giornalisti. L’amministratore delegato Alessandro Tonina ha incontrato lunedì pomeriggio i giornalisti e il direttore spiegando che la situazione economica della cooperative Vita Trentina editrice non permette di andare avanti in questo modo e ha comunicato la decisione del cda di chiudere la radio e di licenziare due giornalisti. E’ stato spiegato che l’intero comparto informativo dell’Arcidiocesi perde tra i 350 e i 400 mila euro all’anno. Perdite che vengono ripianate dall’Arcidiocesi. Il giornale vede dalle 6 alle 7 mila copie, molto meno delle ventimila copie dei bei tempi. Come spiegato dal presidente del cda, il vicario del vescovo don Marco Saiani, il punto cruciale è la sostenibilità dell’impresa. Anche altri comparti dell’Arcidiocesi sono in perdita e si è deciso di tagliare. I giornalisti, però, ricordano che il direttore aveva presentato ancora in gennaio un piano di riposizionamento che non prevedeva sacrifici dal punto di vista occupazionale e che ci sarebbero molti altri interventi da fare prima di mettere mano alle forbici e di tagliare il personale. Come si legge nel pezzo a fianco, don Saiani ieri parlando con il nostro giornale ha aperto uno spiraglio sui licenziamenti parlando anche di soluzioni alternative come il contratto di solidarietà. I giornalisti dipendenti della cooperativa sono in tutto sei. Uno è portavoce dell’Arcidiocesi, un altro è il direttore Diego Andreatta e gli altri quattro lavorano in redazione, due prevalentemente alla radio, ma si occupano anche del giornale. La chiusura della radio dovrebbe essere operativa in giugno. Per far fronte al paventato licenziamento e alla chiusura della radio la redazione ha proclamato uno sciopero di due giorni, peri ieri e oggi. Da ricordare che l’ultimo sciopero del giornale era stato proclamato ai tempi dell’allontanamento di don Cristelli. Augusto Goio del comitato di redazione spiega: «La redazione aveva indicato una serie di misure alternative alla chiusura e al licenziamento. Secondo noi ci sono altri interventi da fare per ridurre le perdite. Tagliare il personale non fa altro che rinviare il problema». Il direttore, però, ha comunicato la volontà di far uscire ugualmente il giornale giovedì, ma con un’edizione ridotta: «Rispetto la decisione della redazione, ma abbiamo deciso di far uscire il giornale con una foliazione ridotta di 16 pagine con i pezzi già scritti dalla redazione e non firmati. Ovviamente già in prima pagina si darà molto risalto al comunicato della redazione e alla notizia. Io provo un grande dispiacere lavoro alla radio dall’inizio, dal 1990. Per la riunione del cda di oggi cercherò di portare soluzioni alternative ai due licenziamenti. Io avevo presentato un piano che salvaguardava l’occupazione».













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