RIVA

La pipì al bar costa 50 cent: protesta su Facebook

Il post di una turista: «Non ci si comporta così con due donne con bambini». La replica del bar Roma: «Sono entrate senza neanche chiedere e consumare»


di Gianfranco Piccoli


RIVA. La polemica è vecchia quanto i bar e ogni tanto torna a galla, spinta da qualche cliente insoddisfatto. È successo nella tarda mattina di domenica, quando quattro persone, due donne e due bambini, sono entrate nel bar Roma, il popolare locale gestito da Giovanni Torboli e Ornella Santoni. Le donne sono entrate nei servizi igienici e una volta uscite si sono viste presentare il conto di 2 euro, 50 centesimi a testa (con regolare scontrino), così come per altro previsto da un grande cartello esposto all'ingresso del wc: «No pubblico. No drink??? Euro 0,50».

Le turiste non hanno gradito e dopo una scambio di vedute con Ornella e la figlia Alice se ne sono andate non proprio con il sorriso sulla bocca. I social ci hanno poi messo lo zampino e una delle due donne, Graziella Uras, ha usato il gruppo “Sei di Riva del Garda se...” per esprimere il proprio disappunto: «Ci hanno consigliato di scrivere in questo gruppo – pubblichiamo integralmente il testo - di questo spiacevole episodio seguito da discussione e offese varie sul pagamento dell'ingresso al bagno per ogni persona entrata. Sappiamo il problema dell'uso dei bagni ecc. Abbiamo segnalato e informati circa la legalità della cosa. Torneremo in Sardegna con l'amaro in bocca. Ci dispiace per tutti gli altri amorevoli trentini che ci hanno sempre accolto con garbo. Le teste paganti sono una donna incinta con bimbo di tre anni al seguito, amica con figlio di tre anni al seguito. Abbiamo usufrutto del bagno in tre ma il bimbo ha pagato cmq. Perché è entrato. Dopo lo scontrino e la discussione chiaramente siamo andati a consumare altrove».

In verità il post non ha raccolto grande solidarietà. Sarà perché i rivani faticano ad immaginarsi la famiglia Torboli come un feroce guardiano del wc. La versione di Giovanni e della moglie Ornella diverge di molto da quella degli “accusatori”. Insomma, il cliente non ha sempre ragione: «Sono entrati senza neppure salutare e si sono infilati nel bagno, occupandolo per un buon quarto d'ora – spiega Ornella – quando sono usciti ho fatto presente che l'uso dei bagni, come ben evidenziato dai cartelli, non è gratuito. I servizi vengono lavati quattro volte al giorno, l'acqua e la carta igienica costano. Non capisco queste polemiche. Spesso qui entrano i turisti solo per andare in bagno: soprattutto gli stranieri, mettono i 50 centesimi sul bancone senza fiatare, usano il wc e se ne vanno salutando. Aggiungo che a Riva i bagni pubblici ci sono, e sono tutti a pagamento».

È un po' amareggiato Giovanni Torboli, perché assicura che nel suo locale non sono certo rigidi: «A volte mi chiedono dove possono cambiare i bambini e metto a loro disposizione la mia saletta interna. Quando ci sono le bande, ospito anche 30 persone per cambiarsi la divisa e mica stanno tutti a consumare qualcosa, il senso dell'accoglienza ce l'abbiamo. Certi problemi li capisco, sono padre e nonno anch'io, però – conclude Giovanni - ci vuole anche buona educazione da parte di chi entra nel nostro bar».

Ma un bar è obbligato a mettere a disposizione di tutti il wc? No, l'obbligo (sanzionabile se non rispettato) riguarda solo i clienti. Lo dice una sentenza del Tar della Toscana.













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