La marcia di Capodanno per far vincere la pace
Cattolici e musulmani assieme per sostenere la necessità della condivisione Il vescovo Tisi: «La paura insidia la fraternità. Non c’è alternativa alla fratellanza»
TRENTO. Padre Jasztal ha portato la testimonianza diretta della convivenza tra diverse religioni in Terra Santa e la cinquantaduesima edizione della Marcia della Pace – tradizionale appuntamento del primo dell’anno – ha portato a camminare fianco a fianco una contenuta rappresentanza dei musulmani residenti in Trentino e i cattolici che partita dal Convento dei Cappuccini di Via Cervara, ha percorso le strade del centro cittadino per concludersi in Piazza Duomo. Prima della celebrazione della Messa, all’esterno della Basilica è stato distribuito il Pane della Pace con the caldo. Prima dell’intervento di Padre Jasztal, padre Massimo ha spiegato l’impegno dei frati a sostegno dei poveri di Trento: “La mensa dove distribuiamo la cena è l’ex stalla del Convento e questo suo nuovo utilizzo ha un valore altamente simbolico: la pace parte anche da una tavola condivisa da persone diverse tra loro. Siamo tutti degli artigiani della pace, ma senza l’aiuto di 500 volontari distribuiti sul territorio, non saremmo in grado di fare nulla. Purtroppo siamo in troppo pochi frati, per un impegno così grande”. Dopo l’intervento di Padre Massimo, responsabile della distribuzione pasti del Convento, la testimonianza di Fra Dobromir Jasztal Vicario Custodiale in Terra Santa. “Se nel 2018 abbiamo festeggiato l’anniversario degli 800 anni dall’inizio della missione francescana, quest’anno sono 800 dall’incontro tra San Francesco ed il sultano che diede il via alla convivenza tra cristiani e musulmani. Tre i punti chiave di quell'accordo: il riscatto, la custodia e la difesa dei luoghi Santi. La possibilità che i pellegrini li potessero raggiungere e visitare e la possibilità per la comunità cristiana di rapportarsi con i credenti”. Si parla di un territorio nel quale i cristiani sono spesso una minoranza anche inferiore al 2% della popolazione e complessivamente sono 8 milioni rispetto a 360 milioni di abitanti. Dal 1520 è attiva una scuola cattolica che nel 1840 iniziò ad accettare anche gli alunni Ortodossi e dal 1957 è aperta ai musulmani che oggi rappresentano la metà della popolazione studentesca e dove si insegna anche il Corano. Ecco quella missione di San Francesco rappresenta quel concetto di “Buona politica al servizio della pace” che Papa Francesco ha scelto come tema della marcia di quest’anno. La convivenza passa anche attraverso la condivisione: “Prendiamo come esempio la città di Aleppo dove uomini di diverse religioni hanno condiviso acqua e energia elettrica, ma quest’anno si è potuto festeggiare il primo Natale senza il sottofondo dei bombardamenti”. In sintesi il concetto di Fra Jasztal è che i cristiani sono uniti, ad essere divisa è la chiesa”. Di convivenza minata dalla paura del diverso ha invece parlato il Vescovo Tisi nella sua omelia: “ Viviamo in un’epoca nella quale la paura è diventata sistema a scapito della fraternità che dovrebbe invece essere al centro dei rapporti. Esistiamo perché c’è l’altro che può essere anche diverso da noi, ma non ci sono alternative alla fratellanza. Gesù è nato in una mangiatoia che non vuol dire che sia nato per mangiare, ma piuttosto che simbolicamente si fa cibo ed è spettacolare il fatto che Dio, si sia fatto educare dai suoi genitori”. (d.p.)