La fiamme distruggono la casa di Taufer

Dal Primiero l’intervento al limite dell’impossibile di 40 volontari per salvare le altre abitazioni. Forse un corto circuito


di Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. E’ stato impegnativo e faticosissimo il lavoro dei vigili del fuoco per spegnere il disastroso incendio che ha distrutto l’edificio rurale in località Bellotti, nel Comune di Lamon (Belluno), di proprietà di Flavio Taufer, battagliero consigliere nell’assemblea della Comunità di Primiero.

La notte di lunedì, per cause ancora da accertare anche se pare si sia trattato di un corto circuito, un furioso incendio ha distrutto completamente il fabbricato e solo la grande forza di volontà dei vigili del fuoco ha evitato che si propagasse alle abitazioni adiacenti, essendo i Bellotti un antichissimo e caratteristico agglomerato di case di montagna abitato per lo più nei periodi estivi. Ai Bellotti, infatti, vi si può giungere solo a piedi per un sentiero che parte dalla provinciale della Cortella e attraversando il torrente Vanoi, tramite una passerella, si inerpica per circa 2 chilometri di sentiero lungo i boschi fino al gruppo di case. Ed è stata proprio questa difficoltà a rendere arduo il lavoro dei vigili del fuoco chiamati sul posto. Ad intervenire sono stati 8 vigili del Corpo permanente di Feltre e 40 dei Corpi dei vigili del fuoco volontari di Imer, Mezzano e Primiero con i loro comandanti e coordinati dall’ispettore Paolo Cosner, dando prova tutti di grande professionalità e abnegazione, oltre che di collaborazione transprovinciale.

Il primo intervento è consistito nel portare sul posto a spalle e con un piccola teleferica una pompa e una lancia idraulica con la quale, attingendo ad una fontanella (l’unica esistente nella zona), sono stati bagnati i tetti delle case circostanti e effettuati i primi tentativi di spegnere le fiamme. Nel frattempo è stata attrezzata una condotta attraverso il bosco, per più di 2 chilometri, con una catena di motopompe intermezzate da un serbatoio. In pratica una autobotte trasportava l’acqua presa da un idrante in località Pontet (confine fra Trento e Belluno) ad un’altra autobotte posta sulla provinciale della Cortella, che la inviava ad un serbatoio di circa 3000 litri sistemato a metà strada, dal quale un’altra autopompa la trasferiva fino ai Bellotti. Il tutto attrezzato in poco tempo, al buio, in mezzo al bosco, con trasporto a spalla da parte dei vigili del fuoco volontari, intervenuti poco prima l’una di notte e operativi fino al mattino per bonificare quel poco che restava dell’edificio.

C’è da dire che il fabbricato, ristrutturato in modo esemplare, proprio per la passione di Flavio Taufer era diventato piccolo museo di montagna, comprensivo di tutta una serie di attrezzature di vario tipo conservate alla perfezione. Le fiamme hanno distrutto tutto ed è immaginabile il dolore di Flavio Taufer che in questi anni si era dedicato anima e corpo a sistemare quel suo “piccolo regno” e al quale teneva sopra ogni cosa. Per questo è impossibile quantificare i danni.

Gli accertamenti svolti dai carabinieri di Lamon e dai vigili del fuoco, tendono ad escludere ogni ipotesi di dolo, indirizzandosi verso un possibile corto circuito collegato all’utilizzo i pannelli solari.

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