La Ferrari 456 venduta per 20 mila euro

E una Porsche Cayenne per 6.600 euro. In lista anche molte attrezzature per ristoratori e artigiani



TRENTO. Con le ultime modifiche di legge, è cambiata la tipologia dei pignoramenti in caso di insolvenze. U n tempo di andava a colpire il patrimonio immobiliare del moroso, oggi invece - lo conferma anche il direttore dell’Istituto vendite giudiziarie di Trento Danilo Girardi - «si fa pressione sui beni mobili, come ad esempio le auto e le attrezzature tecniche delle aziende. In questo modo, in effetti, abbiamo notato che in alcuni casi i debiti vengono saldati pur di recuperare l’automobile». Forse stavolta il legislatore ci ha imbroccato, puntando sul rapporto quasi “affettivo” nei confronti dell’auto. La scorsa settimana ne sono andate al miglio offerente alcune:se nessuno avrà fatto follie per aggiudicarsi le vecchie Fiat 600, Volvo Polar station wagon e Citroen Saxò, ci sono due acquirenti che l’affare l’hanno fatto sul serio. Una splendida Ferrari 456 blu è stata acquistata per 20 mila euro - meno della metà del suo valore di mercato - mentre un costoso Porsche Cayenne è stato venduto all’asta per 6.600 euro, meno di un’utilitaria (va comunque tenuto conto che era un’auto del 2004, e che il suo valore di mercato è attorno ai 12 mila euro).

Scorrendo l’elenco dei beni all’asta, è impressionante il numero di attrezzature per artigiani: demolitori, trapani, smerigliatrici, miscelatori di malta, intonacatrici. Ma anche presse, fotocopiatrici, computer e stampanti laser, macchine rilegatrici, auto aziendali, furgoni e camion attrezzati.

Tra le attività commerciali a maggior ricambio - vale anche a dire a maggior rischio di fallimento - c’è la ristorazione, e gli effetti si vedono. In vendita ci sono interi arredamenti per bar, ristoranti e pizzerie,dal bancone agli alcolici, inclusa la mobilia della cucina, della sala da pranzo e persino i forni a legna

E poi ci sono i privati. Quelli ingolositi dalle splendide offerte del mercato e rimasti stritolati dalle finanziarie che offrivano loro la possibilità di pagare a rate qualsiasi cosa, dall’arredamento all’effimero. Hanno fatto il passo più lungo della gamba e ora si ritrovano all’asta il loro salotto in pelle, la vetrinetta in legno anticato o il box doccia con idromassaggio, che ora andranno ad abbellire altre abitazioni, di gente forse più oculata nelle spese. Certo, non è tutta colpa loro. Di mezzo ci si è messa la crisi, che fermando il mercato ha abbassato in maniera brusca il fatturato di artigiani e professionisti, costringendo molte famiglie a ridimensionare il proprio stile di vita da un giorno all’altro. (gi.l.)

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