La «cura Renzi» ora taglia gli enti

Nel mirino non solo le Camere di Commercio, ma anche Aci e Motorizzazione, aziende comunali, prefetture


di Chiara Bert


TRENTO. Camere di Commercio, innanzitutto. Il premier Matteo Renzi le ha messe tra i primi capitoli di quello che ha già battezzato lo «Sforbicia Italia», ovvero il piano del governo che dovrà mettere mano ai tanti «santuari intoccabili rimasti nell’ombra», enti inutili o doppioni di altri enti che gravitano nell’alveo della politica e moltiplicano incarichi e poltrone. Obiettivo: sfrondare, risparmiare, efficientare. Nel mirino le aziende pubbliche che gestiscono servizi comunali, ma anche le prefetture e le sedi distaccate dello Stato sul territorio, così come Aci, Motorizzazioni e consorzi di bonifica. E se agli annunci seguiranno azioni legislative, anche in Trentino serpeggia più di un timore per il possibile impatto della «cura Renzi».

Camera di commercio. Il premier vuole eliminare l’obbligo per le aziende di iscriversi alle Camere di commercio. E mentre in Trentino Confindustria lancia la sua proposta di riforma radicale dell’ente - fortemente snellito e con indennità ridotte - la politica resta in attesa. «In giunta regionale abbiamo cominciato a parlarne, ma aspettiamo di capire meglio quale sarà l’impronta della riforma nazionale», ha detto qualche giorno fa al Trentino il presidente Ugo Rossi.

Aziende pubbliche. Passare da 8 mila a mille aziende partecipate in tre anni, l’obiettivo del premier, che associa alle municipalizzate l’idea del carrozzone costoso e spesso indebitato. Un assunto che non vale però ovunque. «Il punto è come le società vengono gestite», rivendica l’assessore alle attività economiche del Comune di Trento Fabiano Condini, «noi carrozzoni non ne abbiamo, nel 2012 abbiamo fatto una revisione delle nostre partecipate e alcune (come Alpikom, Isa, Ceis) sono state dismesse. È rimasta ferma, per problemi non nostri, la cessione di Interbrennero, ma le nostre società sono in salute e assicurano un ritorno economico, le entrate superano quelle della Tasi. E anche le Farmacie Comunali (unica controllata insieme a Trentino Mobilità) hanno un utile record».

Aci e Motorizzazione. Nel pacchetto tagli anche l’accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile, con l’obiettivo di fondere in un solo organizmo il pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci e l’archivio dei veicoli gestito dalla Motorizzazione. «L’ennesimo annuncio sotto elezioni, sono almeno 15 anni che se ne parla», reagisce il presidente dell’Aci di Trento Roberto Pizzinini. «C’è il rischio che un giorno succeda ma sarebbe un disastro. I due registri sono diversi e molti Paesi sono venuti da noi a studiare il Pra, che allo Stato costa zero e funziona benissimo». Eliminando il Pra, all’Aci nazionale verrebbero a mancare il 100% delle entrate. «Noi siamo un para-Stato che funziona, la Motorizzazione in giro per l’Italia non sarebbe in grado di farcela. E dei 3 mila dipendenti che facciamo? Sento parlare di superstipendi, ma i cda locali dell’Aci non costano, io prendo 250 euro al mese».













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