La crisi colpisce anche la casaIn Trentino record di sfratti
Nel 2009 i provvedimenti per morosità sono aumentati del 26 per cento
TRENTO. La crisi travolge anche la casa. Gli sfratti per morosità, nel 2009, sono aumentati in Trentino del 24,6%. Un dato decisamente superiore rispetto alla media nazionale, ferma al 14,6%. In crescita anche i pignoramenti immobiliari, che fanno registrare un +16,4%. I dati si riferiscono ai provvedimenti giudiziari contro i morosi e ai pignoramenti, aumentati in tutta Italia.
C’è chi finisce in cassa integrazione e chi perde il lavoro e così, alla fine del mese, diventa sempre più difficile pagare le spese. Affitto compreso.
La crisi colpisce anche qui e, di conseguenza, aumentano gli sfratti ed i pignoramenti che, nel 2009, sono cresciuti sensibilmente anche in Trentino. Lo scorso anno, gli sfratti per morosità sono cresciuti del 24,6% rispetto al 2008. Un andamento più preoccupante rispetto al resto del Nord Italia, dove la media ha fatto registrare un +15,7%. I pignoramenti immobiliari hanno seguito più o meno lo stesso trend, con un +16,4% in Trentino e un +12,5% nel Nord Italia. Questi dati, piuttosto preoccupanti, li ha resi noti il Sole24Ore, che ha svolto un’indagine sull’attività di 40 tribunali italiani, tra i quali quello di Trento, in relazione ai provvedimenti contro i morosi e ai pignoramenti. Di fatto, è aumentato in modo significativo il lavoro di cancellerie e magistrati per cercare di far fronte ai contenziosi innescati dalle difficoltà economiche.
I dati resi noti a livello nazionale, però, non combaciano del tutto con quelli dell’Itea. Gli sfratti per morosità, infatti, nel 2008 erano stati 16 per 500.000 euro, mentre nel 2009 si sono fermati a 12, anche se è cresciuto il volume della morosità a 650.000 euro. Sono calate anche le richieste di rateizzazione del canone e delle spese condominiali, passate dalle 529 concessioni del 2008 alle 481 nel 2009.
La presidente di Itea Spa, Aida Ruffini, commenta così i dati trentini: «In termini assoluti, direi che non c’è una situazione di allarme. Gli sfratti sono addirittura calati, forse perché in un momento di crisi, psicologicamente, gli inquilini temono di perdere la casa e soprattutto una casa che costa poco e quindi cercano di pagare l’affitto regolarmente. Ci rendiamo comunque conto che per qualcuno è difficile far fronte alle spese alla fine del mese e quindi, essendo una società pubblica, stiamo attenti alle situazioni di vulnerabilità e cerchiamo di proporre le rateizzazioni degli affitti, che sono piuttosto stabili. Se uno, poi, nonostante i solleciti e le proposte di rateizzazione, non pare intenzionato a pagare l’affitto, allora a quel punto abbiamo il dovere di intervenire e procedere con lo sfratto».
Il problema degli sfratti, quindi, coinvolge soprattutto chi abita in affitto in alloggi privati. E da questo punto di vista il segretario generale aggiunto della Cisl del Trentino, Diego Faccini, non è stupito dai dati del Sole24Ore: «Partendo dal presupposto che il dato riguardi il privato, è plausibile che da noi la sofferenza sia più marcata che in altre regioni italiane, perché, se le retribuzioni sono in linea con il resto d’Italia, i canoni di affitto in Trentino sono mediamente più alti. Da qui nasce la difficoltà nel pagare l’affitto, a maggior ragione in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando. Questo - conclude il sindacalista - è un motivo in più per fare in modo che, su questo versante, si diano risposte concrete attraverso l’iniziativa pubblica, realizzando finalmente quei 3.000 alloggi a canone moderato che dovrebbero soddisfare le esigenze del cosiddetto ceto medio, in sofferenza per questa situazione di instabilità».