La banca vuole 5,45 euro per contargli le monetine

Esterrefatto il gestore del bar Yes, al Brione, che per pagare l’affitto aveva consegnato allo sportello assieme alle banconote 110 euro in spiccioli


di Luca Marsilli


ROVERETO. Ci sarà sicuramente del vero nel grido di allarme lanciato dalla categoria nei giorni scorsi contro il clima di odio (o almeno, diffidenza e sfiducia) che nel Paese sta montando contro le banche. Che tra scandali, stretta del credito e ruolo scomodo di dover fare i conti in tasca a chi spende o ha speso più di quanto guadagna o ha guadagnato, vivono in un ruolo estremamente delicato questi anni di crisi. Ma a volte viene da chiedersi se non ci mettano del loro, nel calarsi nel ruolo ingrato dell’ untore. Mauro Valduga, gestore al Brione del bar Yes, la domanda se l’è posta e si è anche risposto senza preoccuparsi troppo di essere politicamente corretto: «Per me quello che è subito è un ladrocinio. E trovo demenziale che in un momento come questo, una banca ci metta del proprio nel picchiare in testa chi cerca di restare a galla».

Cosa è successo? «Dovevo pagare l’affitto: 530 euro. Io sono correntista della Rurale di Ala, ma davanti al bar ho una filiale della Rurale di Rovereto. Mi è venuto più comodo andare lì. Ovviamente non essendo correntista mi hanno fatto pagare i 5 euro del bonifico, ma era nel conto e ci sta. Quello che mi ha stupito è che mi abbiano fatto pagare altri 5,45 euro di «spese» perché assieme a 420 euro in banconote ho consegnato in pagamento 110 euro in monete. Notare, monete che avevo diviso in 4 sacchetti per pezzatura: da 10 centesimi, 20, 50 e da 1 euro. Mettendo in ogni sacchetto un bigliettino con la somma totale contenuta. Insomma, giustissimo che loro non si fidino ad occhi chiusi, ma che per prendere i miei sacchetti, svuotarli nel contamonete elettronico e confermare che si trattava dei 110 euro che avevo detto, mi hanno chiesto 5,45 euro. E mi pare una follia. E’ stato lavoro di pochissimi secondi, mica l’impiegato si è dovuto contare a mano le monetine. E poi in questo modo io che incasso molta moneta, come qualsiasi barista, finisco per pagare una commissione del 5 per cento su quanto incasso solo per la necessità di far cambiare le monetine. Non ho alcun dubbio che sia tutto legittimo e normale, solo mi pare che siamo alla follia. Consegno loro dei soldi, pago per un servizio e devo pagare anche per poterglieli dare, i miei soldi. Mi pare veramente troppo».

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