L'identikit dei neo-dottori trentiniSi laureano prima e studiano all'estero

Si laureano prima, 26,7 anni contro i 27,5 di chi diventava «dottore» prima della riforma del «3+2». Hanno alle spalle più stage e tirocini e un quarto ha esperienze di studio all’estero. Sono i laureati dell’Università di Trento fotografati da AlmaLaurea



TRENTO. Si laureano prima, 26,7 anni contro i 27,5 di chi diventava «dottore» prima della riforma del «3+2». Hanno alle spalle più stage e tirocini e un quarto ha esperienze di studio all’estero. Sono i laureati dell’Università di Trento fotografati dalla nuova indagine AlmaLaurea che ha coinvolto 190 mila studenti laureati nel 2009 in 51 atenei italiani.
Sono 2.363 i laureati usciti dall’Università di Trento nel 2009 e analizzati dallo studio AlmaLaurea: tra questi, 1.368 laureati di primo livello e 764 dei percorsi specialistici biennali. Per capire gli effetti della riforma degli ordinamenti universitari, meglio conosciuta come «riforma del 3+2», è stato fatto un confronto con i laureati dell’Università di Trento che hanno concluso gli studi prima della riforma, ovvero nel 2001.
L’età della laurea. L’età media alla laurea dei laureati nel 2001 era di 27 anni e mezzo. Nove anni dopo, tra i laureati della triennale il traguardo è raggiunto in media a 25,6 anni, contro una media nazionale di 26,2. Confrontata con l’età della specialistica, si scopre che i laureati del 2009 si sono laureati in media a 26,7 anni (la media nazionale è di 27,3 anni), comunque quasi un anno prima di quanto avveniva nel 2001.
Il percorso di studi. Bravi perché conquistano l’ambita pergamena in meno tempo, meno bravi per il percorso di studi. Gli studenti trentini risultano meno regolari rispetto alla media dei loro colleghi: il 37% raggiunge la laurea triennale in corso (con un 28% che si laurea al primo anno fuori corso), contro il 39% del totale dei laureati. I laureati in corso nel 2001 erano appena l’8,7%.
La riforma universitaria ha però portato ad un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: il 67% dei laureati triennali ha frequentato oltre i tre quarti dei corsi previsti, percentuale identica a quella nazionale. Nella specialistica, l’indice di frequenza alle lezioni sale al 75%. Altro dato interessante: il 78% dei laureati di primo livello di Trento ha entrambi i genitori non laureati, quattro punti percentuali in più rispetto alla media nazionale.
Stage e Erasmus. Rispetto ai laureati del 2001, quelli di oggi arrivano alla laurea con un bagaglio di esperienze - di studio e lavorative - decisamente più ampio. Nel 2001 gli stage e i tirocini coinvolgevano solo il 7,5% dei laureati. Oggi, tra i laureati della triennale, sono il 72% quelli che hanno svolto questo tipo di esperienza, percentuale che supera di quasi venti punti la media nazionale che è già elevata (54,5%).
Le esperienze di studio all’estero, anche per la posizione geografica dell’ateneo, coinvolgono il 19% dei laureati del primo livello (il 10% con il programma Erasmus), quasi il doppio della media italiana che è del 10,6% (5,2% con l’Erasmus).
Il dato cala quando si passa alla biennale, dove gli stage riguardano il 47,5% dei laureati contro il 53% nazionale. Quasi un quarto dei laureati (il 23,4%, il 13% con il programma Erasmus) ha fatto invece un’esperienza di studio all’estero.
Soddisfazione. Tra i laureati della triennale, il 93% si dichiara soddisfatto del corso di studi, il 72% si iscriverebbe di nuovo all’università (la media nazionale è del 68%), percentuale che aumenta considerando anche l’8% che si reiscriverebbero all’ateneo trentino ma cambiando corso. Nella specialistica la percentuale dei soddisfatti sale al 94% dei laureati e 80 su 100 ripeterebbero il corso.

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