Itas, il nuovo cda si dimezza i compensi 

Il presidente Lorenz passa da 600 a 300 mila euro. L’intero consiglio scende da 1,6 milioni a meno di un milione di euro


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Abbiamo dimezzato il mio compenso rispetto al mio predecessore e in totale i compensi dell’intero consiglio d’amministrazione scendono da un milione e 600 mila euro a meno di un milione». Al termine della prima seduta, Fabrizio Lorenz scandisce le parole quando parla dei tagli agli stipendi del cda di Itas. Un segnale per dare il senso del ritorno a una strada maestra, quella tracciata da Edo Benedetti: «Dobbiamo raccogliere l’eredità della mutua e ritornare ai valori mutualistici. Questa è la linea del nuovo consiglio d’amministrazione».

E questo ritorno alle origini val bene anche qualche piccolo sacrificio, come spiega Lorenz più tardi, al buffet, tra uno stuzzichino e un bicchiere di Trento doc: «Il compenso da presidente sarà l’unico che avrò, non prenderò più lo stipendio da manager. Ci rimetto, ma è giusto così». Non parla di cifre, Lorenz, ma si sa che Giovanni Di Benedetto prendeva 600 mila euro all’anno e lui, quindi, ne prenderà 300 mila, meno dei 400 mila euro che prendeva prima da direttore generale di Itas e poi da capo della controllata Valpiave. Quindi sempre un signor stipendio, ma di molto inferiore alle vette che si erano raggiunte con la gestione Di Benedetto durante la quale i compensi erano più che raddoppiati. Il primo bilancio firmato da Di Benedetto, quello del 2012, indica compensi per amministratori a quota 773 mila euro, l'ultimo, quello del 2016, riporta compensi per un milione e 626 mila euro.

Della sobrietà di un tempo era rimasto poco. Lo stesso compenso del presidente era passato dai 190 mila euro di Marega ai 300 mila di Di Benedetto al suo primo anno e poi rapidamente ai 600 mila euro del suo ultimo anno. Anche il vicepresidente vicario Giuseppe Consoli aveva beneficiato di questa età dell’oro arrivando a 420 mila euro all’anno, di cui 300 mila euro come vice di Itas Mutua e 120 mila come presidente di Itas Vita. Da considerare, invece, che i consiglieri semplici prendevano 20 mila euro. Ora arriva la marcia indietro, complice anche il nuovo statuto con il direttore generale Raffaele Agrusti che diventa anche amministratore delegato (ed è la prima vlta che in Itas entra questa carica) e, quindi, assume anche competenze che prima erano del presidente. Da ultimo, l’ex amministratore delegato Ermanno Grassi si avvicinava ai 700 mila euro all’anno, premi compresi. Lorenz, però, d’accordo con il cda ha deciso che è ora di tornare alla sobrietà della vecchia Itas.

Il presidente di Itas Fabrizio Lorenz ripete come un mantra la parola mutua e l’aggettivo mutualistico a ogni pie’ sospinto e lancia anche la proposta di puntare sulla previdenza integrativa: «Noi dobbiamo fornire un servizio ai nostri soci assicurati. Dobbiamo caratterizzarci per le relazioni con il socio assicurato. Ormai in Italia siamo rimaste in due mutue e dobbiamo puntare sulla nostra caratteristica che è quella di avere un rapporto privilegiato con i soci assicurati a differenza delle società capitalistiche che possono contare sui soci di capitale».

Agrusti riempie di contenuti i principi di Lorenz: «Sulla previdenza complementare non ci vogliamo guadagnare niente. Faremo pagare ai soci assicurati solo i costi. Questo può significare un risparmio notevole e mostra quale vuol essere la nostra filosofia».

Per guadagnare la nuova Itas a trazione Lorenz-Agrusti punterà sul vita: «L’aumento di capitale da 30 milioni di euro è già fatto, per ora con fondi nostri. Stiamo studiando prodotti nuovi che non assorbano capitale che facciano guadagnare i soci assicurati», spiega Agrusti. L’obiettivo è quello di arrivare a una raccolta di 800 milioni in cui Itas deve ancora crescere molto.

Quello di ieri è stato il primo giorno di scuola per alcuni consiglieri d’amministrazione, ma i vertici dell’Itas sono all’insegna della continuità. Confermato il presidente Lorenz, confermato anche il vice Giuseppe Consoli, mentre l’altro vice sarà il consigliere altoatesino Gerhart Gostner che prenderà il posto di Danilo Zanoni.

Per il resto il nuovo consiglio d’amministrazione è stata l’occasione per i 13 consiglieri di conoscersi e di confrontarsi. Paolo Vagnone, uno dei due consiglieri espressione della lista Girardi si è un po’ discostato dalla linea di ottimismo generale: «C’è molto da lavorare. Ci saranno problemi da risolvere, ma ci sono i presupposti. E’ stata una riunione molto produttiva». Anche Giovanni Tarantino, espressione del socio sovventore Hannover Versicherung, spiega che ci sono ottime prospettive, ma che si dovrà trovare il giusto equilibrio tra fare gli interessi dei soci assicurati e fare utili che sono il termometro di buona gestione per una mutua.













Scuola & Ricerca

In primo piano