Itas, dalla base una richiesta di rottura
Gli agenti di Trento e Bolzano studiano un’alleanza regionale, la prossima settimana il cda sul cambio di statuto
TRENTO. Che sia con l’avvocato Andrea Girardi (di cui il Trentino ha riportato ieri un’intervista in eclusiva) o con qualcun altro, tra gli agenti e i delegati trentini del Gruppo Itas cresce la richiesta di discontinuità con il passato. Con qualche appello alla prudenza, prima di avviare rivoluzioni all’interno di una società che – al di là delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex direttore Ermanno Grassi – ha dato ottimi risultati. Gli agenti – primo caso nella storia di Itas – si incontreranno in una riunione congiunta fra Trento e Bolzano, con l’obiettivo di “contarsi” e definire un’azione in difesa delle radici trentine dell’azienda. E anche i delegati, che in dicembre hanno partecipato agli incontri con il presidente di Itas, Fabrizio Lorenz, hanno cominciato a muoversi in vista dell’assemblea di aprile. Tutto questo in attesa che la prossima settimana il cda si riunisca per decidere se convocare (o meno) un’assemblea straordinaria in febbraio, per cambiare lo statuto in modo da introdurre la figura dell’amministratore delegato come “suggerito” dall’Istituto di vigilanza delle assicurazioni. Un ipotesi che non convince la base di Itas, impegnata a valutare l’iniziativa portata avanti da una squadra trentina coordinata da Andrea Girardi.
Non è un segreto che Marina Mattarei, in rappresentanza dei soci di Malé, chieda una rottura con il passato: «Una rottura doverosa – spiega brevemente al telefono – dopo i fatti che abbiamo appreso all’assemblea dell’aprile scorso e di cui abbiamo avuto conoscenza solo superficiale».
Sulla stessa lunghezza d’onda Walter Pizzini (delegato di Tione, di cui ospitiamo un appello qui accanto) che all’ultima assemblea aveva dimostrato tutto il suo dissenso esprimendo voto contrario alla linea dell’ex presidente Giovanni Di Benedetto: «Personalmente sono uscito scosso da quell’assemblea a cui mi ero presentato con un’idea idealistica di Itas. Spero che la rottura che si è creata sia la premessa per qualcosa di nuovo. Voglio aggiungere che gli incontri che abbiamo avuto a Natale con il presidente Lorenz mi sono sembrati positivi, ma anche a lui ho detto che è necessario un forte segnale di discontinuità con il passato».
Una voce critica arriva dalla Valsugana, con Paolo Pedri (delegato di Roncegno) che la vede così: «Nessuno può dire che non sia necessario un cambiamento, che poi la persona giusta sia l’avvocato Girardi è un altro discorso. Certo sarebbe opportuno concentrarsi (oltre che sui nomi) anche sui temi del nostro istituto e purtroppo la nostra organizzazione non rende facile il confronto: all’ultima assemblea la situazione di Itas era molto chiara ai delegati trentini, ma appena fuori provincia (basta citare Bassano) c’era scarsissima informazione e consapevolezza su quello che stava accadendo all’interno dell’istituto».
Il consigliere provinciale Giuseppe Detomas (uno dei delegati dei soci di Fiemme e Fassa) invita alla prudenza: «Le competenze per gestire un gruppo assicurativo non si improvvisano e bisogna fare attenzione al rischio che la discontinuità diventi solo un salto nel buio». Anche il vicesindaco di Riva, Mario Caproni, delegato di Riva e Arco, è su posizioni più moderate: «Non dimentichiamo i buoni risultati che l’istituto ha registrato negli ultimi anni dal punto di vista finanziario, mentre è prioritario il tema della sede legale da mantenere in Trentino».
Non c’è solo Girardi a muoversi per guidare la nuova fase di Itas, anche il presidente e il vice presidente dell’istituto (Fabrizio Lorenz e Giuseppe Consoli) nelle settimane scorse hanno annunciato ai delegati la propria candidatura, mentre delegati di peso come gli imprenditori Fausto Manzana (informatica) e Marcello Poli (grande distribuzione) hanno dimostrato in più occasioni di seguire in modo approfondito le sorti dell’istituto e probabilmente stanno mettendo in gioco le proprie competenze e relazioni per assicurare un rinnovamento al gruppo assicurativo trentino dopo gli scandali e le vicende giudiziarie del 2017.