Insieme in carcere per ricordare Pierino Anesin
Trento. C’erano i rappresentanti della strutura carceraria di Spini, c’era la moglie e i suoi figli e poi il presidente dell’ordine degli avvocati Marcello Russolo, il suo predecessore Andrea de...
Trento. C’erano i rappresentanti della strutura carceraria di Spini, c’era la moglie e i suoi figli e poi il presidente dell’ordine degli avvocati Marcello Russolo, il suo predecessore Andrea de Bertolini e il presidente della Camera penale di Trento Filippo Fedrizzi. E poi i tanti che avevano conosciuto Pierino Anesin (in foto). Sì perché la messa che è stata celebrata ieri all’interno del carcere di Spini era un ricordo di Anesin, scomparso a 65 anni a metà giugno. Lui era lo storico psicologo del carcere di Trento. Aveva lavorato prima in via Pilati e poi a Spini. Pierino Anesin era noto per la dedizione al suo lavoro, attraverso il quale cercava di rendere più umano il contesto in cui i detenuti si trovavano obbligati a vivere. A contraddistinguere il suo operato una grande professionalità ma anche una particolare sensibilità verso il prossimo. Una figura importante per la struttura ma anche per i detenuti che in lui vedevano anche un confidente, un amico, una persona della quale potersi fidare e alle quale affidare le proprie sofferenze. «Con l’esempio quotidiano - ha detto de Bertolini - ha preteso che il carcere fosse un luogo di umanità e non un luogo di oblio delle coscienze e quindi una discarica sociale».