Insegnanti, giri di valzer nelle cattedre trentine

Pubblicati i trasferimenti. La lista principale riguarda i docenti della scuola primaria con contratto a tempo indeterminato che si spostano da scuole sia dello stesso comune sia da un comune all'altro



TRENTO. A fine stagione scolastica torna puntuale l'elenco dei docenti della scuola primaria che cambieranno cattedra a partire dal settembre prossimo. Si tratta di un riordino che il servizio personale della Provincia è chiamato a fare rispondendo a precise richieste di trasferimento, dettate quasi principalmente da un tentativo di riavvicinamento a casa, ma non soltanto.

Ovviamente la procedura si basa su precisi criteri - oltre che sui punteggi "conquistati" dai docenti nel corso degli anni - che devono rispondere anche alle necessità degli istituti scolastici e alle risorse richieste per far fronte ad esigenze specifiche come potrebbero essere per esempio le figure di sostegno.

La lista principale riguarda i docenti della scuola primaria con contratto a tempo indeterminato che si spostano da scuole sia dello stesso comune sia da un comune all'altro. Nella lista ci sono anche i docenti che arrivano da fuori provincia.

Complessivamente i docenti interessati sono 208 e il gruppo più nutrito è ovviamente quello degli insegnanti che cambiano scuola superando i confini comunali: sono 134. L'altro gruppo numeroso è quello dei docenti che cambiano scuola ma restano nei paraggi: sono 28 e la maggior parte dei cambiamenti riguardano le scuole di Trento e Rovereto che per bacino di utenza sono i Comuni più attrattori e con il maggior numero di istituti.

Sono parecchi anche gli spostamenti tra scuole di insegnanti di sostegno a favore di alunni con minorazioni fisiche e psichiche. Ci sono anche tre docenti che lasceranno il Trentino. Destinazione: Alto Adige, Sanremo e Roma.













Scuola & Ricerca

In primo piano

il caso

La Cgil attacca Fugatti: "Incentivi per vivere in montagna? Non c'è nessuno spopolamento"

Grosselli: “La Giunta fa gli interventi a naso e millanta attenzione alle periferie tradendo gli Stati generali della Montagna. Anche nei comuni sopra i 1.000 metri oggi vivono più persone di trent'anni fa. Alla montagna servono servizi e lavoro di qualità, investendo sull’autonomia delle Comunità, non sulla centralizzazione"

IL BANDO Fino a 100mila euro a chi si sposta nei paesi che hanno perso più abitanti