LAVORO E PREVIDENZA

Inps, boom dei furbetti

Aumentano i controlli mirati: si è passati da 580 nel 2011 a 821 nel 2013: il 76% delle aziende controllate è risultato irregolare


Emanuele Del Rosso


TRENTO. “Quello della trasparenza delle imprese è un problema sociale. Un’azienda che non fa contribuzione regolare non ha futuro”. Non ha usato mezzi termini Marco Zanotelli, direttore regionale INPS, alla conferenza stampa di presentazione delle attività di vigilanza ispettiva dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale. “Abbiamo voluto chiamare questo servizio Lotta per la legalità, perché il rispetto delle leggi è un elemento fondamentale e sta alla base della nostra società. Crediamo che tenere d’occhio le aziende del territorio possa aiutare a sviluppare una coscienza civile sia negli imprenditori che nei lavoratori”.

Eppure, i dati che emergono da grafici e tabelle presentati parlano chiaro, e raccontano la storia che in questi anni si sente continuamente ripetere, ossia quella della crisi, crisi che “qui da noi è arrivata dopo, ma il cui peso si fa sentire”. Risultato di questi anni di difficoltà, così, è l’aumento dei controlli mirati fatti dall’INPS: si è passati da 580 nel 2011 a 821 nel 2013, ed addirittura il 76% delle aziende controllate è risultato per qualche motivo irregolare. “Naturalmente”, ha spiegato Zanotelli, “non è che il 76% delle aziende trentine sia irregolare.

È una percentuale relativa ai nostri controlli, che comunque sono mirati e basati su denunce, segnalazioni, e sul lavoro dei nostri diciassette ispettori”. Il trend è ad ogni modo negativo perché, se il numero dei controlli è in aumento significa che ci sono sempre più attività che non si muovono nel modo corretto; che non rispettano la legge. Si va da trasgressioni come l’assunzione di lavoratori in nero, oppure irregolari, o ancora il mancato versamento dei contribuiti, al pagamento degli stipendi tramite voucher o altri mezzi non del tutto regolamentati. Comportamenti non legali che possono essere definiti, ha spiegato Andrea Mario Bohuny, dirigente della sede provinciale INPS Trento, “lavoro grigio, che sembra meno grave ma ha una fortissima ricaduta sociale”.

Infine, ovviamente, ci sono anche tutte quelle aziende che sono totalmente in nero o non compaiono nelle liste INPS – nel 2013, ben 252 su 821 scrutinate. Per quanto riguarda il 2014, invece, quel che si deve sperare è che nei prossimi mesi il numero dei controlli necessari inverta la tendenza presa in questi ultimi anni; che cioè i controlli siano meno, perché significherebbe che ci sono meno trasgressori – almeno secondo il meccanismo di monitoraggio INPS, che comunque vanta il database più esteso d’Europa. “Purtroppo, prevediamo che il risultato sarà più o meno lo stesso, o leggermente maggiore”, ha detto Zanotelli, “perché ci vorrà ancora qualche anno perché si possa iniziare a migliorare, complice l’auspicabile uscita dalla crisi”.

Ad oggi, gli interventi sono stati 320, con un pesante 80% di irregolarità. “Quel che le imprese devono capire”, ha voluto concludere Zanotelli, “è che comportamenti di questo tipo non portano nessun vantaggio, perché quando si viene beccati si è costretti a multe salatissime, viste le leggi in vigore. Chi fosse in difficoltà”, ha proseguito il direttore, “può invece, per esempio, rivolgersi a noi preventivamente, in modo da essere aiutato, prima che sia tardi e che finisca con l’essere punito”.













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