In Trentino duecento morti l’anno per l’aria inquinata
La denuncia di Dissinger, protezionista: «Le Pm 2.5, polveri ultrafini le principali imputate, prodotte in gran parte dal traffico dell’A22»
TRENTO. «200 morti premature ogni anno causate dall'inquinamento atmosferico». La denuncia di Klaus Peter Dissinger, presidente dei protezionisti altoatesini, giunge forte e chiara e riguarda tutto il territorio regionale. «Quando sento dire che in Trentino-Alto Adige abbiamo un'eccellente qualità dell'aria mi arrabbio. E rispondo: sono balle, perché lungo l'asse del Brennero è pessima». Parole e numeri che valgono per entrambe le province. Specie per il territorio che si affaccia sulla Valle dell'Adige. Questo perché il maggiore responsabile dell'inquinamento dell'aria nei fondovalle trentini e altoatesini è il traffico veicolare.
Traffico che, naturalmente, riguarda soprattutto l'Autostrada del Brennero dove ogni anno, soltanto tra i mezzi pesanti, transitano oltre 2 milioni di camion. «Più o meno la configurazione e la conformazione del territorio è la stessa, – ammette lo stesso Dissinger - i chilometri di percorrenza dell'A22 in provincia di Bolzano sono circa un centinaio e sono numericamente paragonabili a quelli del Trentino. Inoltre fenomeni meteorologici come l'assenza o calma di vento e l'inversione termica (condizioni che favoriscono il ristagno degli agenti inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera ndr.) sono tipici di tutta la Valle dell'Adige». Salorno e Vipiteno sono separati da circa 100 chilometri; la stessa distanza che c'è da Affi a Salorno.
Il traffico verso il Brennero che riguarda il territorio altoatesino non può che essere il medesimo che interessa la provincia di Trento. L'A22 disegna lo stesso preciso destino. Nelle aree urbane limitrofe all'autostrada si registrano, infatti, le maggiori concentrazioni di inquinanti che, spesso, durante l'anno sforano i parametri di legge individuati per tutelare la salute umana. In particolare, sul banco degli imputati vi sono le micro polveri sottili (Pm 2.5), capaci di penetrare in profondità nell'albero polmonare e di lì entrare direttamente nel sangue, il biossido di azoto (NO2), direttamente correlato al traffico veicolare e in grado di provocare bronchiti e forti reazioni allergiche, e in misura minore l'ozono.
Il paradosso è già alla fonte, nei mezzi tecnici che mancano per misurare le Pm 2.5. Il dato sulle polveri ultrafini non viene fornito dalle centraline installate sul territorio. Lo possiamo dedurre dalla concentrazione delle Pm 10 - polveri più grossolane e in qualche misura meno dannose per l'organismo - che a loro volta, però, contengono le Pm 2.5. «Nessun filtro è in grado di trattenere le polveri ultrafini, – continua Dissinger - esse sono la causa principale di morti per inquinamento atmosferico. Il dato certo che abbiamo, ed è direttamente collegato con il traffico, è la concentrazione del biossido di azoto; la legge stabilisce un limite annuale per la protezione della salute umana di 40 mg/m³ che scende a 30 come valore consigliato. In ogni caso ci troviamo di fronte a un superamento costante di tale soglia. Ciò mette a rischio la nostra salute e da quest'anno, per gli sforamenti, entra pure in vigore la sanzione».
Il numero di 200 morti premature all'anno è una media in verità addirittura sottostimata rispetto ai dati pubblicati in vari studi. Dissinger ha paragonato l'area dell'Alto Adige – simile per geografia e numeri a quella del Trentino – a uno studio pubblicato dal ministero della salute svizzero che individua 3000 morti premature l'anno causate dall'inquinamento su una popolazione di 8 milioni circa. Facendo le dovute proporzioni per le due province, emerge appunto il dato dei 200. Sottostimato poiché, rispetto alla Svizzera, sull'asse del Brennero transitano più camion che in tutto l'arco alpino.