In fiamme stalla e fienile: rogo doloso

Ad Ala preso di mira maso Cappelletti in località Caigole. L’incendio divampato in pochi minuti ha distrutto tutto


di Giancarlo Rudari ; di Giancarlo Rudari


ALA. Nessuno lo dice apertamente, ma tutti gli elementi portano a ritenere che l’incendio divampato l’altra notte all’azienda agricola Cappelletti di Ala sia di origine dolosa. Le fiamme si sono sviluppate in pochissimi minuti con una velocità impressionante; l’impianto elettrico non è andato in corto circuito; il fieno stipato sopra la stalla era completamente secco e quindi non si può parlare (o per lo meno è difficile) di autocombustione dovuta alla fermentazione dell’erba se non opportunamente essicata.

L’allarme è scattato verso le 22 di venerdì in località Caigole nelle vicinanze della chiesetta di San Pietro. Ad avvisare i vigili del fuoco di Ala, i primi ad arrivare in una ventina in meno di quattro minuti, è stata Federica Cappelletti, la figlia di Davide e di Renata Tomasoni (titolare dell’azienda agricola) che abita ad una cinquantina di metri dalla stalla (in questo periodo è vuota perché le mucche sono all’alpeggio) e dal deposito di attrezzi agricoli. Mentre stava mettendo a letto i bambini si è accorta del bagliore delle fiamme ed ha subito chiamato i pompieri. Un intervento tempestivo, il loro, che ha limitato i danni ma purtroppo non è servito a salvare il tetto e la struttura (realizzata una dozzina di anni fa) che molto probabilmente dovrà essere completamente demolita.

A dare man forte ai pompieri di Ala sono arrivati i colleghi di Mori (15), Avio (10) e quindi Rovereto (10): in totale una quindicina di uomini che per ore ed ore con non poca difficoltà hanno fronteggiato le fiamme. Difficoltà dovuta anche alla carenza di acqua in zona, rifornita con le autobotti che facevano la spola. Ma il lavoro dei pomperi non si è fermato all’alba ed è proseguito nella giornata di ieri per spostare il fieno, smazzarlo e bagnarlo evitando così di lasciare all’interno delle balle pericolosi focolai che avrebbero potuto riaccendersi. In ogni caso i titolari dell’azienda e i vigili del fuoco sono riusciti ad evitare che andassero distrutti la mungitrice, trattori ed altre attrezzature agricole.

«Non posso dire assolutamente se si tratta di un incendio doloso o meno - spiega Michele Lorenzini, comandante del corpo dei volontari di Ala - Una certezza si potrà avere al termine delle indagini e degli accertamenti compiuti dall’ufficiale dei vigili del fuoco di Trento che è venuto in sopralluogo». E indagini le faranno anche i carabinieri della stazione di Ala che si sta occupando dell’incendio.

Nonostante il riserbo gli elementi che portano a ritenere che il rogo sia di origine dolosa sono molti. Così come di qualcuno che abbia voluto appiccare il fuoco si vociferava, più o meno sottovoce, anche ad Ala. Suo padre o qualche familiare è stato oggetto di minacce? Qualcuno che ce l’ha con voi?«No assolutamente, mai avuto minacce» afferma una figlia di Cappelletti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano