«Imis, tagli solo per piccole e medie imprese»
Olivi precisa il contorno della misura, ma i sindacati sono critici: «Ennesimo contentino»
TRENTO. «Il taglio dell’Imis non sarà per tutte le imprese. Stiamo studiando per trovare un target giusto che possa aiutare la piccole e medie imprese per le quali sia un risparmio notevole. Non avrebbe senso togliere l’Imis ad aziende con fatturati e ricavi molto maggiori». Il vicepresidente Alessandro Olivi precisa su quali linee si sta muovendo la provincia per tagliare l’Imis alle imprese: «Attualmente non pagano l’Imis le imprese che hanno sedi con meno di 400 metri quadrati. Questa dimensione può crescere e stiamo vedendo di quanto. Certo restando nel perimetro della piccole e medie imprese. Non avrebbe molto senso far risparmiare 100 mila euro di Imis a imprese che hanno dimensioni notevoli». Sul taglio dell’Imis sono molto critici i tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti: «Davvero difficile capire se la nuova misura di riduzione fiscale per le imprese trentine sul lato dell'Imis possa rappresentare un intervento utile allo sviluppo del territorio o piuttosto l'ennesimo accoglimento di richieste corporative delle categorie economiche. Al momento propendiamo per la seconda ipotesi. Le analisi di impatto sulle riduzioni Irap già esistenti – così ci stato riferito dalla Giunta – evidenziano effetti modesti delle misure agevolative. Per questa ragione – nelle discussione preliminare sul bilancio 2018 - si era convenuto di non intervenire ulteriormente sull'Irap e di limitarsi ad interventi selettivi sul credito di imposta, legati a precisi investimenti sulla qualificazione del personale, sull'incremento dell'occupazione e sull'organizzazione aziendale. E di concentrarsi maggiormente sugli investimenti pubblici quale leva per lo sviluppo del territorio. Ora l'annuncio di un ulteriore intervento sull'Imis, di cui non è data sapere la selettività. Per noi la manovra di bilancio di fine legislatura non deve essere un assalto alla diligenza e il contributo delle parti sociali, anche in questa occasione, deve rimanere finalizzato al perseguimento dell'interesse generale. E proprio per questo siamo altrettanto convinti che se esistono risorse aggiuntive da utilizzare queste devono essere rivolte verso effettive azioni di sviluppo, trovando un equilibrio tra le istanze delle imprese ed i bisogni delle famiglie e dei cittadini»