Il piano di Dellai: lista con il Pd a Trento

Comunali, l’ex governatore sonda il terreno per un progetto che rilanci l’asse con l’Upt. Ma dai Dem è arrivato un «no»


di Chiara Bert


TRENTO. Una lista unica di Pd e Upt, con un nuovo nome, per le comunali di maggio a Trento. Mentre il centrosinistra autonomista rischia seriamente di andare in frantumi a Rovereto, l’ex governatore Lorenzo Dellai lavora a mettere insieme due gambe di una coalizione in perenne fibrillazione. Nel suo documento presentato sabato al parlamentino Upt e che ha spiazzato la stessa segretaria Conzatti, Dellai ha proposto di «autorizzare le strutture locali del partito ad aderire a liste composte di comune intesa con altri partiti della coalizione nei Comuni nei quali vi sia l’opportunità di questa soluzione». In molti hanno pensato al tentativo in qualche Comune minore, magari dove sono presenti liste civiche come a Lavis.

In realtà il piano dell’ex presidente, oggi deputato, è più ambizioso e punta più in alto. Al capoluogo. Dellai ha sondato il terreno già qualche settimana fa con alcuni esponenti del Partito democratico a lui più vicini. Il punto di partenza, nel suo ragionamento, è la condizione di debolezza del centrosinistra. C’è poi un altro elemento: la coalizione non ha dato elementi di novità sui candidati sindaci. Non lo ha fatto sicuramente a Trento, dove sarà ricandidato - pur senza grandi entusiasmi anche tra molti del Pd - il sindaco uscente Alessandro Andreatta. Sicuramente Dellai non è tra i suoi fan, tanto che avrebbe sondato i Dem per capire se ci fossero altre disponibilità di candidature. Assodato che queste disponibilità non c’erano, ha pensato che una lista comune di Upt e Pd possa essere una novità politica capace di dare una scossa a un elettorato che rischia di essere demotivato. Un passo nel segno di quel «nuovo scenario» delineato un mese e mezzo fa alla convention di Sanbapolis, un rafforzamento dell’asse Pd-Upt e, al contempo, un segnale chiaro a Ugo Rossi che sta mettendo all’angolo il Pd e a un Patt pigliatutto.

C’è però una lettura più malevola che in ambienti Pd viene fatta della mossa di Dellai. Ovvero di un’Upt che - a pochi mesi dalle comunali di maggio - si ritrova sempre più in difficoltà dopo il risultato non certo esaltante delle ultime provinciali, dove è stata costretta a subire il sorpasso del Patt impegnato da mesi in una massiccia campagna acquisti sul territorio proprio a danno dell’alleato. Ecco allora, di fronte al rischio di un crollo di voti nel capoluogo, l’idea di una lista unica con l’alleato più forte, il Pd, che in città è saldamente primo partito anche grazie al forte voto di opinione. Un modo per Dellai di annacquare un eventuale brutto risultato dell’Upt ma anche, malignano alcuni, di rientrare nei giochi locali accreditandosi agli occhi dei Dem come un nome di peso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali nazionali.

Ma, letture diverse a parte, il dato oggi certo è che dal Pd non è arrivata quell’apertura al progetto che l’ex presidente forse si attendeva. «Per noi - ragiona ad alta voce un esponente di primo piano del Pd - non è pensabile di non esserci in questo momento con il nostro nome e il nostro simbolo nella città capoluogo, dove anzi avremo difficoltà a scremare i candidati». E a Trento qualcun altro in casa democratica fa banalmente due conti: «Il rischio è che l’Upt porti molti meno voti del Pd ma che si concentrano con le preferenze su pochi candidati, con il risultato che l’Upt otterrebbe più eletti in proporzione ai suoi voti». Se la lista unica pare già congelata, il progetto politico tracciato da Dellai resta in campo: il 2 febbraio è in programma il confronto dentro l’Upt. Con un esito ancora tutto da scrivere.

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