Il caso

Il marketing di Belluno a spese di Trento e Bolzano

L’istituto altoatesino Eurac incaricato dai bellunesi di redigere un piano:in ballo 5,4 milioni di euro delle autonomie


di Andrea Selva


TRENTO. Il marketing turistico di Belluno lo farà l’Eurac di Bolzano. Con quali soldi? Con quelli delle Province autonome di Trento e Bolzano. Situazione curiosa che a Belluno (dove la notizia è uscita nei giorni scorsi) ha suscitato qualche perplessità, ma in realtà coerente con lo spirito della norma sui contributi ai Comuni di confine, insomma quelli che a “suon di referendum” volevano passare dal Bellunese al Trentino Alto Adige.

Parliamo di un quarantina di Comuni montani sulla linea di confine che si snoda fra le Dolomiti tra Cortina d’Ampezzo e Feltre: 15 sono direttamente confinanti con Trento e Bolzano, altri 25 sono in seconda fila. Saranno questi i beneficiari di 5,4 milioni di euro che da qui al 2022 serviranno per promuovere le località turistiche della zona all’interno di un piano complessivo voluto dalla Provincia di Belluno che ha scelto l’Eurac di Bolzano (istituto di ricerca che si occupa di turismo, ma non solo) per preparare un progetto condiviso fra tutti i Comuni.

Il compenso per l’Eurac sarà di circa 100 mila euro che per realizzare il progetto prevede un lavoro di circa sei mesi. Si tratta dello stesso istituto che ha lavorato con la Fondazione Dolomiti Unesco per delineare possibili scenari futuri sui passi dolomitici. La selezione è avvenuta con una gara tra una decina di società, fra cui alcune venete ma nessuna bellunese.

Ma può un istituto altoatesino occuparsi (con successo) del turismo bellunese, utilizzando i soldi del Trentino Alto Adige? Secondo Gerhard Vanzi (che si occuperà del progetto per Eurac con Harald Pechlaner e Anna Scutari) la risposta è sì: «Dobbiamo metterci nei panni dei turisti - spiega - che non conoscono i confini provinciali dell’area dolomitica e non sono interessati a conoscerli. L’approccio è lo stesso che è stato alla base del successo di Superski Dolomiti più di quarant’anni fa: una realtà turistica senza confini tra Bolzano, Trento e Belluno».

Vanzi - che fino all’estate scorsa era il direttore marketing di Superski Dolomiti - sostiene l’interesse di tutte le realtà coinvolte a migliorare l’immagine dell’area dolomitica: «Sono evidenti i collegamenti tra Fassa e Gardena, ma anche tra Arabba, Fassa e Badia. E ancora tra Cortina e la Pusteria. I Bellunesi possono stare tranquilli: l’Eurac farà un piano con la massima serietà, professionalità e neutralità nei confronti dell’Alto Adige. Non è certo il primo incarico di questo tipo per il nostro istituto che si è occupato di aree montane fuori dai confini del Trentino Alto Adige». I tempi? «Cominceremo presto a lavorare e il primo obiettivo sarà quello di coinvolgere i Comuni bellunesi nella partecipazione».

Non sarà un compito facile. Anche se in ballo ci sono oltre 5,4 milioni di euro da usare per la promozione turistica, nel Bellunese i nervi restano molto tesi nei confronti quella che viene vista come “concorrenza sleale” da parte del Trentino e Alto Adige.

In tema di progetti comuni la strada è tutta in salita: non è un mistero - infatti - che in tema di viabilità sui passi dolomitici (uno degli argomenti forti di questa estate sul passo Sella fra Trento e Bolzano) in provincia di Belluno le idee siano molto diverse rispetto alle limitazioni del traffico avviate (in via sperimentale) in Trentino Alto Adige. L’altra paura dei bellunesi? Quella di fare marketing di confine a vantaggio dei concorrenti delle province autonome, dove la ricettività alberghiera è molto agguerrita e organizzata (con alberghi di ottimo livello e molti posti letto).













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