Il grazie di Marco Patton al dottor Paolo Dalla Serra: «Eri un vero pacifista e mi sei sempre stato accanto»
Il barbiere – maratoneta gli era legato da un’amicizia iniziata quando uno era garzone di bottega e l’altro veniva da aiutare il padre nella fioreria di largo Carducci. «Ricorderò per sempre il tuo abbraccio a Briancon, al termine dei 1000 km per le Alpi, quando il presidente della commissione parlamentare europea De Caumont ci consegnò la medaglia»
TRENTO. E’ con parole commosse e tanta gratitudine che Marco Patton, il “barbiere – maratoneta”, ricorda il medico Paolo Dalla Serra, grande amico e accompagnatore nelle imprese podistiche.
«Caro Paolo – scrive Patton – ho saputo della tua morte e mi è venuto in mente quando ti ho conosciuto.
Facevo il garzone di bottega all'angolo di largo Carducci, erano gli anni 70, in quella via dove papà Dalla Serra gestiva la fioreria e tu ti recavi nei ritagli di tempo ad aiutarlo.
Siamo diventati subito amici visto che eravamo quasi coetanei.
Ricordo il tuo impegno da stu dente universitario in medicina e specializzando in medicina del lavoro e in naturopatia. Avevi compreso l'importanza della visione medico olistica, della semeiotica e nella ricerca.
Con Severino Nicolini e Mauro Neri negli anni 80/90 abbiamo condiviso molte avventure.
Come uomo e medico mi hai accompagnato con molta dedizione dai sentieri della pace ai 1000 km per la tutela delle Alpi.
Mi sei sempre rimasto vicino, anche nelle mie difficoltà umane e sportive.
Mi hai dato sempre fiducia anche quando cadevo a terra dai crampi, incoraggiandomi e dicendomi che un atleta lo si misura quando si rialza.
Durante il sentiero della Pace sono arrivato sfinito a Gorizia, non mi reggevo più i piedi. A letto sfinito, ormai sembrava finita la nostra avventura, tu con il sorriso mi hai tranquillizzato portandomi un litro d'acqua e limone e dicendomi: "Idratati perché l'acqua è vita".
Il mattino seguente mi hai accompagnato con Mauro Neri e Silvia Vernaccini per 20 km fiducioso che sarei riuscito ad arrivare a Tolmezzo che distava ancora altri 80 km.
Sono arrivato a tarda sera e ricordo ancora i tuoi occhi lucidi, non soltanto per la tua responsabilità medica nei miei confronti, ma perché Tu eri un vero Pacifista, stavamo percorrendo il sentiero della pace della grande guerra.
In molti altri momenti mi sei rimasto accanto a condividere le corse che avevano sempre un risvolto sociale.
Ricorderò per sempre il Tuo abbraccio a Briancon, al termine dei 1000 km per le Alpi, quando il Presidente della commissione parlamentare europea De Caumont ci ha consegnato la medaglia.
Consapevole che la Tua vera anima ambientalista aveva dato il suo contributo alla salvaguardia di tutte le specie animali che abitano l'arco Alpino, mi dicevi: "L'uomo non può essere il padrone del mondo"
Grazie Paolo, grazie anche per avermi regalato l'iridescopio affinché potessi fare esperienza osservando l'universo che è presente in ogni essere vivente».
Foto dai libri "Maratona della pace" a cura di Mauro Neri e "1000 km per Le Alpi" a cura di Mattia Eccheli