Il «Caribe» anche negli oratori
Con «Barrio Latino» passione senza età per i passi sudamericani
TRENTO. Ricchi di allegria, sensualità e ritmi vorticosi, i balli caraibici hanno conquistato anche i trentini, tanto che, tra passi felpati e corpi ondeggianti, in un inedito mix di sacro e profano si balla "caribe" perfino negli oratori con i corsi del Barrio Latino: a questo proposito è curioso notare come queste coloratissime danze tipiche di Cuba e Santo Domingo, storicamente siano state influenzate, soprattutto a livello musicale, dalla colonizzazione spagnola e dal culto cattolico. Adesso, invece, i balli arrivano in Europa e conquistano, a loro volta, un luogo simbolico come l'oratorio: oltre alla parrocchia di San Carlo Borromeo a Trento, infatti, si balla "caribe" anche all'oratorio Don Bosco di Pergine e in quello di Mezzolombardo
Il gruppo Barrio Latino fa capo all'associazione El Fuego Latino di Rovereto, fondata nel 2006 dai maestri Mariano Bruseghini e Luca Bolner (responsabile della sezione di Trento chiamata appunto Barrio Latino) per promuovere la salsa afro-cubana, la bachata, il merengue, la rueda de casino e la salsa portoricana.
"L'associazione è formata da duecento persone d'età compresa tra i venti e gli over sessanta, ma ci sono anche dei giovanissimi che seguono i genitori - spiega Luca Bolner - e tutta la società è rappresentata: ci sono infermieri, medici, casalinghe, operai, commessi, impiegati, insegnanti, pensionati e studenti". Anche la provenienza geografica dei ballerini è molto varia e spazia dal Sud Italia alla Romagna e, dall'estero, Argentina, Albania, Russia, Ucraina.
I balli caraibici sono balli di coppia, ma nei corsi del Barrio Latino ci sono tanti "single", sia uomini che donne, che amano ballare e che, magari, hanno nel cuore la segreta speranza di incontrare l'anima gemella: "e non sarebbe la prima volta - sorride Luca - diverse persone si sono conosciute ai nostri corsi, si sono innamorate e ora sono felicemente sposati e ci vengono a trovare con i figli. In generale, il ballo è anche un modo per fare nuove conoscenze ed è un mezzo di integrazione sociale soprattutto per chi vive in Trentino da poco tempo e non conosce nessuno".
Maestro dell'Anb (Associazione nazionale maestri di ballo), Luca Bolner lavora in un ufficio dell'Università di Trento; dal 2003 la sua assistente è Romina Ferrari che lavora alla reception dell'ospedale Santa Chiara e la sua passione è davvero contagiosa: "all'ospedale tutti sanno del mio amore per le danze caraibiche e c'è chi mi segue ai corsi, anche perché in un luogo dove si vive a stretto contatto con il dolore, il ballo può rendere la vita un po' più leggera".
Romina osserva che prima di avvicinarsi al ballo molte persone sono prevenute: "si sentono rigidi, non portati per il ballo, si sentono ridicoli e temono di fare brutta figura: sono timori infondati e, come in tutte le cose, le difficoltà più grandi sono all'inizio, prima nel distinguere i vari ritmi e poi nell'abbinarli ai passi. In ogni caso noi andiamo gradualmente, con pazienza e senza stimolare competizioni di sorta. E poi ricordiamo che l'impegno e la costanza premiano sempre".
Luca e Romina sottolineano gli effetti benefici del ballo sia a livello fisico che caratteriale: "Abbiamo visto persone con difficoltà di coordinazione e di movimento migliorare nel giro di due anni; ballando si cambia anche interiormente e le persone timide, con un carattere chiuso e poco comunicativo, diventano più espansive e simpatiche. Il ballo aiuta a cacciare via le paure e a lasciarsi andare".
Tra i consigli per aspiranti ballerini caraibici: "quando si inizia è meglio stare comodi quindi tuta e scarpe da ginnastica vanno benissimo: per le donne i sandaletti con tacco 12 sono un "must" perché aiutano a scivolare meglio nei giri, ma solo quando si sono imparati bene i passi!".
Per quanto riguarda l'abbigliamento "non ci sono regole solo è meglio evitare i tessuti pesanti perché fanno caldo e non aiutano il movimento; gonna, vestitino o semplice maglietta e pantaloni fascianti per le donne, mentre per l'uomo va bene sia elegante che sportivo: molti si creano uno stile personale, con pantalone scuro, camicia bianca e il cappello per un tocco di esotismo".
Per favorire la convivialità, il Barrio Latino organizza, in collaborazione con il Fanum di Mori e il 38 Discobar di Trento, le serate "mangia e balla": "sono pensate soprattutto per gli allievi che iniziano a ballare e che in discoteca si sentirebbero intimoriti e scoraggiati dal confronto con chi balla da tanti anni. Invece con noi si mangia e si balla insieme, si socializza e si è tutti sullo stesso livello, senza paura di sbagliare o di doversi confrontare con quelli più esperti. In un gruppo l'aspetto umano è fondamentale". In estate, inoltre, da sei anni il Barrio propone serate caraibiche con lezioni gratuite di ballo, tutti i martedì, al Freespirit di Mezzolombardo (locale che per la sua architettura è chiamato La Voliera).
Tra i ballerini del Barrio Latino c'è Paolo Guarasci: salernitano e trentino d'adozione, Paolo è assistente amministrativo dell'Azienda sanitaria: "Ho provato a fare un corso di recitazione teatrale, ma essendo emotivo non riuscivo ad esprimermi, mentre con il ballo è sempre stato più facile".