Ici, un'evasione da 600.000 euro
In un anno scovate 800 posizioni irregolari tra immobili e terreni. Nella maggior parte dei casi si tratta di costruttori
ROVERETO. Secondo gli uffici, più un popolo di distratti che di evasori. Ma distratti forte, allora. In un anno l'ufficio tributi del comune di Rovereto, che si occupa di accertamenti e recuperi per le evasioni Ici, ha «beccato» quasi 600 mila euro di Ici elusa. Circa 800 posizioni. Che non vuol dire 800 persone, ma 800 immobili, tra appartamenti e terreni, per i quali la tassa comunale è stata ignorata o pagata in misura inferiore al dovuto. Quindi in ipotesi un costruttore che ha un intero condomio invenduto, poniamo da 15 appartamenti, e non paga l'Ici per nessuno di essi, è responsabile di 15 violazioni.
Con queste premesse di metodo, cifre e numeri restano comunque imponenti, considerando che con l'esenzione dall'Ici per la prima casa, non si sbaglia di molto se si considera più di metà del patrimonio immobiliare (case) non soggetto a tassazione. E ancora di più diventa impressionante se si considera che il 2010 (anno degli accertamenti già consolidati e iscritti nel bilancio comunale) non sarebbe stato un anno eccezionale, ma più o meno in media con quelli precedenti da quando il comune ha dichiarato «guerra» agli evasori.
Cercando di vedere «chi» sono gli evasori, almeno ragionando per generi visto che la privacy non consente approfondimenti individuali, vanno distinti in due categorie. I grossi evasori sono quasi sempre costruttori, immobiliaristi o acquirenti di grandi lotti edificabili. Nel corso del 2010 di posizioni vistose ne sono state scoperte due, per accertamenti da 40 mila euro ciascuno. Entrambe relative ad aree edificabili. E' una quota di evasori significativa per la massa totale di tributo evaso, ma assolutamente minoritaria dal punto di vista numerico.
E sono evasori a volte solo temporanei e per precisa scelta. Non si illudono per poter scampare agli accertamenti, ma possono trovare più conveniente posticipare il pagamento, sia pure con la sovrattassa dovuta per il ravvedimento di chi paga sollecitamente l'accertamento, piuttosto che mettere subito mano al portafoglio per grosse somme. Ma si tratta, appunto, di casi isolati, pochi rispetto alla massa degli 800 evasori scoperti. Il grosso sono accertamenti tra i 300 e i 500 euro. E responsabili ne sono comuni cittadini, qualcuno forse anche in malafede, ma i più vittime di errori, negligenze, dimenticanze. Che possono sembrare ingiustificabili solo a chi l'Ici non la paga, vista la complessità di un sistema che rende l'esborso di denaro la parte meno fastidiosa della trafila.
Calcoli complessi, varianti quasi infinite e difficili da comprendere. Burocrazia e code. Per un appartamento sfitto, per esempio, si pagano cifre diverse a seconda del tempo passato da quando è stato utilizzato. Coi passaggi di proprietà, lo stesso bene va pagato per quota (mesi) da più proprietari. Le norme cambiano. Chi si limita a ricopiare il bollettino dell'anno prima e pagare, rischia di finire tra gli evasori (parziali) senza avere avuto alcuna intenzione di esserlo. «Non chiamateli evasori - dicono in ufficio - perchè la gran parte di loro non se lo merita». Anche se tecnicamente, evasori sono.
La gran parte si salverebbe se, come accadeva nemmeno secoli fa, il comune potesse inviare i bollettini precompilati con la cifra da pagare. Ma oggi non è più possibile. A quanto pare, ancora per la privacy. Che non riesce ad impedire che l'indirizzo di casa sia abusato quotidianamente, ma vieta ad una amministrazione di semplificare la vita dei cittadini.