I sindacati e la sfida 2018 «Ricollocare i disoccupati» 

Cgil, Cisl e Uil: «Più orientamento dei giovani e risorse ai centri per l’impiego» Stoccata a Rossi: «È mancato un coinvolgimento organico delle parti sociali»


di Fabio Peterlongo


TRENTO. I sindacati promuovono la giunta provinciale, ma non risparmiano critiche: bene le politiche di sostegno al lavoro e alla previdenza, male il mancato coinvolgimento in molte decisioni cruciali. Cgil, Cisl e Uil sono unite alla relazione di fine anno e auspicano un 2018 elettorale incentrato sui programmi e non sulle polemiche. Franco Ianeselli (segretario Cgil) apprezza le iniziative provinciali sul fronte lavoro, ma scorge delle criticità: «Vediamo interventi molto importanti, come Progettone, “Intervento 19” e il sostegno tramite i Bim, è però necessario ricondurli a una logica di unità. Lo stesso vale sul versante giovani: tra tirocini, servizio civile, scuola-lavoro, Garanzia giovani, si rischia di mettere l’accento sui programmi e non sull’obiettivo di dare occupazione. È poi positivo il potenziamento dei fondi previdenziali Laborfonds e Sanifonds».

Lorenzo Pomini (segretario Cisl) contesta l’atteggiamento della giunta nei confronti dei sindacati: «A Rossi è mancata la volontà di coinvolgere le parti sociali in maniera organica, scimmiottando certe politiche nazionali che vedono la trattativa con il sindacato come una prassi di retroguardia. Il sindacato ha un ruolo importante: porta le istanze ignorate dai partiti».

Ianeselli indica nell’investimento sulla conoscenza il percorso da seguire: «L’innovazione tecnologica porterà inevitabilmente alla perdita di tanti posti di lavoro: la strada è la riqualificazione dei lavoratori, servono investimenti pubblici forti e centri per l'impiego che funzionino ancora meglio». Walter Alotti (segretario Uil) mette l’accento sulle politiche fiscali: «I sindacati hanno contribuito ad equilibrare le finanziarie provinciali, sbilanciate dal punto di vista fiscale in favore delle imprese e non verso i lavoratori. L'assegno unico è stato un nostro grande risultato e si completerà con il reddito di attivazione, che andrà a sostenere chi cerca lavoro. Il gettito fiscale cala e non è più rinviabile una rimodulazione del carico sul settore del turismo, l’unico che cresce: quelle imprese devono contribuire di più, anche visti i tanti soldi pubblici spesi per lo sviluppo ».

Pomini torna sulla vicenda Sait: «La trattativa è stata difficile e ha visto delle divisioni anche tra i sindacati, ma abbiamo ottenuto il risultato di vedere dimezzati i licenziamenti. Sait ha pagato scelte sbagliate fatte anni fa: il peso dell’errore è poi ricaduto solo sui lavoratori». Ianeselli affronta il tema dell’occupazione tra i giovani: «La dinamica positiva è nei numeri. C'è tuttavia un paradosso: da un lato c’è un’università d’eccellenza, dall’altra ci sono tanti giovani con occupazioni di scarsa qualità. Il problema è l'offerta delle imprese, che qui offrono stage e tirocini a stipendio zero, mentre all’estero offrono posti di lavoro dai quali poter almeno partire».

Pomini punta l’indice contro le imprese: «Il problema spesso sta negli imprenditori che approfittano delle agevolazioni fiscali per le assunzioni senza realmente stabilizzare gli occupati, utilizzando gli sgravi fin quando fa loro comodo». Alotti mette al centro il mondo della scuola: «Deve essere centrale l'orientamento dei giovani già dalle scuole superiori. Sono positive le iniziative, come quella dell’alternanza scuola-lavoro, che aprono il mondo della scuola a quello del lavoro. È stato attivato un Osservatorio sui fabbisogni occupazionali, una buona iniziativa che consentirà di mappare le richieste lavorative sul territorio. Servono però imprenditori che credano nell’investimento sui giovani».

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