I Cinque Stelle all’assalto del Palazzo
Una lista di 34 attivisti. Al centro del programma scuola e sanità pubbliche e trasporti gratuiti: «Noi il cambiamento»
TRENTO. L’exploit delle politiche, con il 20% incassato in Trentino, resta un obiettivo probabilmente irraggiungibile per i Cinque Stelle il 27 ottobre, lo ammettono loro stessi. I sondaggi li danno tra il 7 e l’11%, «sarebbe comunque un risultato fantastico», ha detto il candidato alla presidenza Filippo Degasperi, «perché noi - ha ricordato - partiamo da zero». Le provinciali, si sa, sono tutt’altra cosa dalle elezioni politiche. Qui non c’è l’onda dell’antipolitica montata a livello nazionale, la protesta contro la casta pesa meno che altrove e soprattutto non ci sono le liste bloccate ma gli elettori possono esprimere fino a tre preferenze. E dunque a contare sono spesso i candidati, più dei partiti.
Se il M5S entrerà in consiglio provinciale, sarà comunque la prima volta dei grillini nei palazzi del potere trentino. Il risultato che uscirà dalle urne dirà se si tratta di uno «tsunami», come Beppe Grillo ama dire, o di una rivoluzione più soft. Di certo sarà un elemento di novità rilevante per la politica provinciale.
Perché i 5 Stelle rivendicano con forza la loro «diversità» rispetto all’attuale quadro delle forze politiche in campo. E non ha caso sono subito andati all’attacco di Grisenti: «Lui che è stato 10 anni al potere con Dellai promette il cambiamento? Non scherziamo, la rivoluzione in Provincia la porteremo solo noi». Il M5S corre naturalmente da solo, con il suo candidato presidente, Filippo Degasperi, 42 anni a novembre, insegnante all’istituto alberghiero di Levico e commercialista, scelto con le «provincialie», le primarie grilline organizzate a giugno e alle quali hanno votato gli iscritti al movimento.
La lista è pronta da mesi, integrata all’ultimo con 7 nuovi nomi per raggiungere quota 34 candidati, il massimo previsto per legge. Capolista è Manuela Bottamedi, 44 anni, insegnante di diritto ed economia, molto attiva in valle dei Laghi sui temi ambientali. Dietro di lei Cristiano Zanella e Milena Bertagnin, già candidati sul collegi del Senato di Trento e Rovereto alle politiche dello scorso febbraio, e a ruota - in ordine di voti ottenuti alle provincialie - una squadra tutta composta da attivisti del movimento, con 11 donne. Volti nuovi per la politica, se si esclude Mario D’Alterio che è stato candidato sindaco alle recenti elezioni comunali di Pergine.
La rivoluzione a 5 Stelle è sintetizzata in 26 pagine di programma. Questa la ricetta: basta tagli ai servizi pubblici, che devono restare per l’appunto pubblici e gratuiti, dunque via i finanziamenti alle scuole private (oltre 12 milioni all'anno), trasporto pubblico senza ticket, no alla sanità integrativa. Il movimento propone di abolire le società partecipate e, sul fronte istituzionale, di eliminare le Comunità di valle per privilegiare invece le unioni dei Comuni. Per quanto riguarda la mobilità è netto il no alle grandi opere, il Not e la Tav del Brennero, sì invece al potenziamento degli ospedali di valle, difesa dell’ambiente.
In economia la proposta- molto diversa da quella delle altre forze in campo - è l’eliminazione dei contributi alle imprese, «420 milioni di euro l'anno di aiuti clientelari» secondo i 5 Stelle: in cambio mettono sul piatto l'azzeramento dell'Irap per tutti, aziende e professionisti, restituendo alle imprese anche un terzo delle tasse dirette versate in Provincia. Le elezioni, e i prossimi 5 anni, diranno quanto, di questa rivoluzione, si tradurrà in realtà.
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