Giustizia regionale la gestione a un’Agenzia
Rossi alle opposizioni: «Un modo per garantire l’indipendenza dalla politica» Il vicepresidente: «Questa delega dimostra che la Regione può avere un ruolo»
TRENTO. Con la delega ottenuta dallo Stato, la Regione si fa carico del personale della giustizia, con la sola eccezione dei magistrati e dei vertici amministrativi. Accanto alla trattativa sindacale (alle prima battute) c’è il problema della trasparenza. È di questo che si è discusso ieri in consiglio regionale. Con l’approvazione della norma di attuazione, è necessaria una legge regionale (approvata ieri) che accompagni la nuova assunzione di finanziamento della Regione. Contrario Rodolfo Borga (Civica): «Da un lato si parla delle difficoltà finanziarie della Regione e delle due Province e dall’altra andiamo ad assumere competenze come questa», ha detto. Preoccupazioni per l’aspetto finanziario sono state sollevate anche da Maurizio Fugatti (Lega).
Ma opposizioni e sindacati hanno soprattutto prospettato il rischio di un controllo politico sul personale della giustizia, che ora passa dallo Stato alla Regione e in futuro verrà assunto con concorsi locali. In una realtà così piccola, il rischio di contiguità diventa più marcato, è la critica.
Per garantire trasparenza, la maggioranza ha approvato ieri un ordine del giorno di Andreas Pöder, che prevede un percorso di consultazione continua tra giunta regionale e capigruppo sul passaggio del personale amministrativo della giustizia, cancellieri compresi. Sul tema dell'indipendenza della magistratura ha insistito nel suo intervento il vicepresidente Ugo Rossi: «Ci mancherebbe», ha rassicurato, «la norma di attuazione definisce le modalità degli accordi con lo Stato su fabbisogni e organici, inoltre le norme passano anche al vaglio del Quirinale, un elemento di ulteriore garanzia». Rossi ha poi annunciato l’intenzione di affidare la gestione di questa partita a una agenzia che gestirà i rapporti con gli uffici giudiziari, «proprio per garantire la massima indipendenza dal livello politico»: si tratta - ha spiegato a margine del consiglio - di un’articolazione organizzativa della Regione più autonoma dalla giunta rispetto a un dipartimento, come accade per l'Agenzia per l'ambiente.
Il costo stimato per la gestione di personale e strutture della giustizia varia tra i 15 e i 20 milioni di euro all’anno, che saranno sottratti al concorso finanziario di Trento e Bolzano ai conti pubblici statali. Viene dato per scontato che dalla Regione la competenza passerà poi alle due Province. Ma Rossi ieri in aula ha voluto sottolineare che «questa delega prevede una competenza esercitata sul livello regionale e dimostra come la Regione, dopo anni in cui le sue competenze sono state ridotte, può ancora avere un ruolo importante di collaborazione e sinergia positiva tra Trento e Bolzano. Non sottovalutiamo questo passaggio che per certi versi è storico».
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