Già 300.000 firme all’appello di Bressan sul cambio climatico
L’arcivescovo rilancia la petizione dei leader religiosi con la richiesta di arrivare al 100% di energia rinnovabile
TRENTO. Cresce l’interesse dei media e dei cittadini sulla petizione presentata dall’arcivescovo Luigi Bressan per un impegno dei governi delle potenze mondiali ad imporre un’inversione ai cambiamenti climatici. Dopo la marcia che ha coinvolto i manifestanti in tutto il mondo all’apertura del Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sul climai, la mobilitazione passa ora attraverso la petizione promossa dal Coordinamento mondiale delle religioni per la pace con l’appello #FaithforEarth (Le fedi per la Terra), rilanciato in Italia appunto dall’arcivescovo Luigi Bressan.
Nel documento che ha raccolto finora 325.840 sostenitori, l’arcivescovo di Trento sostiene che i cambiamenti climatici «sono una delle sfide morali più grandi dell’era presente». E aggiunge: «È giunto il momento, per tutti noi, di svegliarci e agire uniti: nelle nostre comunità locali e nazionali, sia globalmente che nella nostra quotidianità (...) perché siamo coscienti che agire sui cambiamenti climatici è un importante obbligo morale».
E rivolgendosi ai leader delle potenze mondiali riunite a Parigi, chiede scelte coraggiose per contenere la crescita della temperatura globale e per investire di più in energie rinnovabili. Così sprona i governatori: «Ci rivolgiamo a voi in quanto responsabili politici affinché rispondiate urgentemente alle minacce provocate dai cambiamenti climatici, provvedendo al conseguimento del 100% di energia rinnovabile da raggiungere come meta entro il 2050».
L’appello italiano sarà presentato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del consiglio Matteo Renzi ed al segretario dell’Onu Ban Ki-Moon nel corso del vertice, che è entrato nella fase operativa del negoziato e che vede contrapposti i Paesi produttori di fonte di energia inquinanti, come il carbone, fare la voce grossa perché ridurle significa andare contro i propri interessi economici. I più interessati al raggiungimento dell’obiettivo di ridurre di 2 gradi il riscaldamento globale sono i rappresentanti delle piccole isole che rischiano di vedere sommerse le proprie terre. Da parte loro, i Paesi occidentali promettono investimenti per sviluppare energie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo. A Parigi c’è anche una delegazione trentina di 8 giovani e ricercatori dell'Agenzia di Stampa Giovanile, con il compito di raccontare attraverso la prospettiva giovanile e tramite la produzione di articoli, foto e video i negoziati sul clima. (sa.m.)