IL CASO

Furto d’energia elettrica clochard condannato

Quattro mesi di reclusione a Paolo Beber, 51 anni, anche per l’occupazione della fatiscente palazzina di via Gocciadoro dove vive con il suo rottweiler



TRENTO. In città lo conoscono quasi tutti. Quell’omone con la lunga barba brizzolata, sempre accompagnato dal suo fido rottweiler, risponde al nome di Paolo Beber, 52 anni il prossimo ottobre, ufficialmente senza fissa dimora. Una casa, invece, il buon Paolo ce l’ha o, quanto meno, una casa la occupa. Si tratta di una palazzina fatiscente al civico 91 di via Gocciadoro, sotto i grandi archi della ferrovia, a poche decine di metri dall’ospedale Santa Chiara. Lì, in quella struttura ormai in rovina, da una quindicina di anni Paolo s’è ritagliato un piccolo angolo di normalità, spezzata saltuariamente dalle incursioni di qualche deficiente che lo prende di mira, danneggiando l’edificio o rubando le poche cose di cui il simpatico clochard dispone. Nel gennaio dello scorso anno, a dire il vero, anche le istituzioni avevano spezzato il tran tran di Paolo, provvedendo al taglio dell’energia elettrica e lasciandolo quindi senza riscaldamento proprio nel pieno dell’inverno. Sulla carta, è ovvio, si era trattato di un intervento sacrosanto perché l’allacciamento di Beber era abusivo, così come illegale è anche l’occupazione dell’edificio. Ma è anche vero che il barbuto clochard non dà fastidio a nessuno e che, proprio grazie alla simpatia di cui gode, era riuscito a procurarsi un generatore con cui alimentare il fornelletto con cui riscaldarsi, la luce per illuminare il buio le due stanzette e pure un deumidificatore e una lavatrice. Paolo aveva vissuto quell’intervento come una vera e propria ingiustizia, ma s’era subito attivato per risolvere il problema primario, che era quello di non morire di freddo.

Ma dopo il taglio della corrente, la giustizia ha fatto il suo corso e ieri, in tribunale a Trento, davanti al giudice Marco La Ganga, Paolo Beber è comparso per rispondere dei reati di furto aggravato e falso ideologico. Il primo per essersi allacciato abusivamente alla rete elettrica, il secondo per aver dichiarato, davanti ad un pubblico ufficiale del Comune, di risiedere nell’edificio di via Gocciadoro 91 (di proprietà dell’Azienda sanitaria) e, quindi, d’aver ammesso l’occupazione dell’alloggio. Il giudice, ascoltate le parti, esclusa l’aggravante e riconosciute le attenuanti generiche, ha condannato Beber a cinque mesi di reclusione, al pagamento di 150euro di multa e delle spese processuali. Denaro che, al momento, quasi di sicuro Paolo non ha. Pochi mesi dopo il taglio dell’energia elettrica - era giugno - Paolo aveva avuto la sgraditissima visita dei ladri che, nottetempo, erano entrati nel suo riparo e avevano portato via tutto: un paio di piccoli pc, la tv, la chitarra oltre a un po' di accendini e qualche pacchetto di sigarette. Più che ladri, a dire il vero, il blitz era stato messo a segno da semplici vandali, mossi da quel mix micidiale che si crea unendo cattiveria e stupidità.

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