Funivie, 75 milioni di persone all’anno
Da Piné alle Fratte alle Viote: negli anni sono diminuite ma i passeggeri aumentano. Rigotti: dismettere le vecchie strutture
TRENTO. La possibilità di ricevere finanziamenti per la dismissione degli impianti da sci non va interpretata come una contrapposizione tra chi difende l’ambiente e chi vive sul turismo invernale. Lo ha sottolineato il governatore Ugo Rossi, nell’annunciare l’intenzione di destinare nella prossima Finanziaria risorse pubbliche per quelle località che costruiscano dei progetti di rigenerazione della loro offerta turistica.
Una mossa che ha stupito prima di tutto gli alleati politici, Upt e Pd, che erano stati poco teneri con Rossi sulla vicenda del progetto fallito di Lorenzo Delladio, che voleva creare un parco outdoor al Passo Rolle, e che al tempo stesso ha provocato la preoccupazione di impiantisti delle località più piccole, che negli ultimi due anni hanno avuto contributi pubblici o hanno ceduto direttamente a Trentino Sviluppo i propri impianti.
Cerca di dare alla vicenda una dimensione di più ampio respiro Fulvio Rigotti, vicepresidente di Trentino Sviluppo e presidente di Trento Funivie: «Dismettere impianti - esordisce - non significa votarsi ad uno sviluppo alternativo allo sci. Vuol dire anche razionalizzare l’offerta sciistica. Preciso che di impianti ne sono stati smantellati molti in questi anni, ma di pari passo è aumentato in modo esponenziale il numero delle persone trasportate. Cito i nuovi collegamenti Molveno - Pradel, Alba Col dei Rossi, Presena - Tonale, che hanno avuto grande successo. D’altro conto a Folgarida è stata eliminata una seggiovia obsoleta. In Trentino ricordo impianti a Piné, alle Fratte, alle Viote, ora i nostri impianti sono rispettosi dell’ambiente. Se la Provincia concorre per dismettere gli impianti obsoleti, ben venga, tenendo conto che si tratta di un’opera molto onerosa». La tabella che pubblichiamo dà l’idea delle dimensioni dell’industria sciistica con quasi 76 milioni di persone trasportate via fune. E da un anno all’altro, gli impianti sono calati di un’unità. Con una ulteriore precisazione di Rigotti: «È una possibilità, ma non obbliga nessuno». (sa.m.)